Nella seduta del Consiglio dei Ministri del 25 settembre scorso, è stato emanato, come da comunicato stampa, uno schema di DPR recante il “Regolamento di disciplina delle funzioni del dipartimento della funzione pubblica in materia di misurazione e valutazione della performance delle pubbliche amministrazioni”, attraverso il quale il governo non fa altro che portare avanti quel “disegno” di cui vi avevamo informato in anteprima qualche mese fa (vedi https://mef.uilpa.it/2012-04-17-14-04-59/706-scuola-di-ladri.html), iniziato con lo scippo della quota variabile del FUA a favore del Dipartimento della Funzione Pubblica.
Ed infatti il decreto, oltre a rivitalizzare i famigerati OIV (Organismi Indipendenti di Valutazione) di primogenia brunettiana, ne assegna il loro coordinamento proprio alla Funzione Pubblica, attraverso la creazione di una “Commissione tecnica per la performance”, composta da cinque componenti tra docenti universitari ed esperti provenienti dal settore delle imprese, ma che in realtà, dalle notizie in nostro possesso, sembra che sarà gestita da un noto istituto di formazione appartenente ad una università privata, e che avrà il compito di individuare “l’indirizzo tecnico-metodologico” necessario alle attività valutative; viene inoltre istituito un Elenco nazionale dei componenti degli OIV, gestito sempre dallo stesso Dipartimento, al quale possono iscriversi soggetti dotati di non meglio definiti requisiti di “esperienza, competenza ed integrità”.
Dunque, così come era successo all’indomani del decreto Brunetta, continuiamo a chiederci: come farà e quanto tempo occorrerà alla Commissione tecnica a determinare indicatori sufficienti a valutare migliaia di mansioni, compiti ed obiettivi tra loro assolutamente eterogenei e peculiari, considerato anche che chi ne farà parte probabilmente non ha mai messo piede in un ufficio pubblico in vita sua? Considerato che i singoli OIV saranno composti da tre persone (sulle cui competenze specifiche rimandiamo a quanto già detto per la Commissione tecnica) per ogni unità operativa, quale sarà il costo complessivo utile a retribuire questa insensata moltitudine di soggetti, alla faccia della spending review?
È bene chiarire che la Uil non è mai stata contraria ad un sistema di valutazione dei dipendenti pubblici: lo stesso però deve essere serio e verificabile, avere carattere realmente premiale e non punitivo e, per quanto ci riguarda, potrà vedere la luce solo dopo aver condiviso un progetto con i lavoratori e le parti sociali che li rappresentano.
Ci permettiamo dunque, alla luce dell’esito scontato che avranno tali valutazioni, probabilmente concepite per “certificare” l’inefficienza dei lavoratori pubblici, di suggerire al ministro ed al governo di risparmiare tempo e risorse, e magari di creare delle giurie sul modello X Factor o Masterchef per vedere se sappiamo cantare o cucinare, o ancora meglio rivolgersi al televoto stile Grande fratello.
E sarebbe, comunque, qualcosa di più serio.
Andrea Bordini Valerio Romito