C.U.T. ED IL "CANTASTORIE"

In seguito al grande dibattito tra i lavoratori che è seguito a quanto accaduto durante la riunione del 27 giugno u.s., e preso atto delle tante segnalazioni che ci sono giunte sull’argomento, riteniamo indispensabile fornire alcuni chiarimenti, nonché precisare ulteriormente il nostro punto di vista.
Innanzitutto occorre ribadire quanto già esplicitato nel precedente comunicato: non esiste alcun rischio di perenzione delle somme relative al Contributo Unificato, restando immutato il diritto ad esigerle per svariati anni. Concetto, oltretutto, confermato dalla stessa Amministrazione nel corso della riunione.
Entrando poi nel merito della questione, uno dei massimi valori che ispirano la nostra azione sindacale è certamente ed inequivocabilmente la coerenza, che non deve essere certo intesa come uno strumento autoreferenziale per specchiarci o promuoverci a fini elettorali, ma semplicemente l’unico modo di agire che, siamo certi, può garantire in ogni modo ed in ogni tempo una tutela efficace, trasparente ma soprattutto equa per tutti i lavoratori che ci pregiamo di difendere.
Sulla base di questo principio, non era neanche pensabile poter sottoscrivere l’ennesima proposta di distribuzione del compenso che, ai sensi di un’interpretazione eccessivamente formale di una norma comunque ritenuta da tutti iniqua e penalizzante, avrebbe continuato a creare figli e figliastri, tacciando come “non virtuosi” centinaia di lavoratori nonostante il loro chiaro ed incontestabile impegno profuso nello svolgere il proprio lavoro, e dunque lasciando l’onere di disporre delle somme unicamente all’Amministrazione, come peraltro avvenuto per gli anni precedenti.
Ricordiamo inoltre che le voci messe in giro nelle assemblee da alcune OO.SS. “farlocche” non sono veritiere, se dovesse mancare la firma della UIL l’accordo sarebbe valido (vedi altri accordi a danno dei lavoratori). Forse queste OO.SS. hanno adottato il metodo di raccontare “frottole” dal proprio padrone?
Invece di fare i “cantastorie” pensassero a spiegare come mai hanno improvvisamente cambiato parere dopo avere, fino al giorno prima, contestato aspramente tale sistema distributivo, avranno avuto le proprie ragioni che non conosciamo e non possiamo condividere (ma che, a pensare male, potremmo intuire…). Potremmo addirittura aver avuto la percezione che magari chi prima criticava aspramente la precedente distribuzione, “scagliandosi” contro i colleghi delle sedi più piccole (ai quali, è bene precisare, non è possibile attribuire alcuna colpa e che certamente si impegnano almeno quanto i lavoratori di tutte le altre sedi), abbiano improvvisamente riposto le critiche nel cassetto sol perché sono successivamente rientrati nel beneficio: secondo noi una cosa che fino ad un attimo prima emetteva cattivo odore, non può all’improvviso profumare. Ma questa è una eventualità a cui non vogliamo nemmeno pensare…
Per noi contrastare tale previsione normativa resta un obiettivo prioritario, tant’è che, è bene ricordare, abbiamo concretamente presentato una proposta di modifica della norma in tale senso: visto però che l’autorità politica continua ad ignorare tali richieste, forse anche per una sorta di “inerzia” da parte dell’Amministrazione in termini di sollecitazione, riteniamo che occorrano atti “eclatanti” a partire dal costringere per l’ennesima volta il dicastero ad assumersi pienamente la responsabilità provvedendo al pagamento con atto unilaterale, auspicando che possa servire a smuovere la coscienza di qualcuno che, probabilmente, non ha ancora compreso la gravità e la percezione dell’intera questione.
Non pretendiamo di mettere tutti d’accordo né ci sentiamo infallibili, tuttavia continuiamo a ritenere che si debba porre fine ad un’ingiustizia subita da tanti o da pochi, che un anno può penalizzare dei colleghi, quello dopo ne può penalizzare altri. Agli occhi della UIL i diritti dei lavoratori non hanno percentuali.

Roma, 12 luglio 2017

                                                                           IL COORDINAMENTO