VENDESI FUA, NO PERDITEMPO

Nonostante già da alcune settimane temperature estive hanno invaso il bel paese, dobbiamo constatare che dalle nostre latitudini lavorative continua, ahinoi, a piovere sul bagnato.

Il mancato rinnovo contrattuale, a distanza ormai di oltre sei mesi dall’accordo sottoscritto il 30 novembre, sta diventando un macigno non più sopportabile da parte dei lavoratori pubblici, che continuano a pagare l’impudenza di un governo che continua, in maniera spregiudicata, a non rispettare intese sottoscritte né nel rispetto dei tempi, né riguardo i contenuti (liberamente) concordati.

E questa non è che l’ultima di una serie di manchevolezze, grandi e piccole, perpetrate ormai da troppi anni ai danni dei dipendenti pubblici dal proprio datore di lavoro, grazie anche alla “solerte” collaborazione delle Amministrazioni, e di cui la nostra è una fiera paladina.

Se poi ci si mette anche chi i lavoratori dovrebbe in primis tutelarli, il quadro che ci si prospetta davanti è quanto mai grigio e nebuloso.

Infatti, non bastassero i recenti accordi conclusi, che come è noto prevedono di indennizzare figure, quali i responsabili e gli addetti alla sicurezza che agiscono unicamente nell’interesse dell’Amministrazione quali veri e propri ausiliari del datore di lavoro, con i soldi dei lavoratori, da qualche giorno gira un volantino con cui un’organizzazione ipotizza, ancora una volta, il ricorso alle somme destinate al FUA per finanziare la cd “armonizzazione” delle indennità di amministrazione all’interno del MEF, quando appare lapalissiano che la copertura di tale finanziamento andrebbe reperita da risorse aggiuntive stabili, e non certo compiendo l’ennesimo scippo verso le somme variabili già individuate e destinate per legge a retribuire la produttività.

Ricordiamo ai più distratti che la proposta di equiparare i trattamenti accessori di dicastero fu portata al tavolo contrattuale dalla stessa Amministrazione in occasione della trattativa riguardante le nuove progressioni economiche e le ulteriori posizioni organizzative, salvo poi rimangiarsi tutto ad accordo (ed indennità) ottenuto.

Non bastasse dunque il continuo depauperamento del trattamento accessorio dei lavoratori, che ricordiamo riguarda anche il comma 165, o la superficialità con cui vengono trattate le questioni riguardanti unicamente le prebende dei dipendenti, con curiose “dimenticanze” nella trattazione delle pratiche che causano inaccettabili ritardi dei relativi pagamenti, ci tocca assistere a manovre che, vorremmo sbagliarci, apparirebbero quasi come un tentativo di ingraziarsi favori e simpatie, magari allo scopo di ottenere appoggi “istituzionali” in vista delle prossime tornate elettorali.

Se questo è lo scopo, consigliamo allora ai più ardimentosi e sfacciati di proporre, visto che ci sono, l’utilizzo del FUA per i servizi di pulizia, per la benzina delle auto di servizio, per rinnovare gli arredi della dirigenza e, se resta qualche spicciolo, magari ci scappa anche un bel regalo natalizio per il Ministro. C’è però un piccolo problema: abbiamo il vago sospetto che, forse, i lavoratori non capirebbero…

Roma, 13 giugno 2017

                                                                      Il Coordinamento