LO SCARICABARILE

Oggi vorremmo raccontarvi una favola. Si, proprio una favola, una di quelle storie piene di buone intenzioni, esteticamente impeccabili e votate ad un appagante lieto fine in grado di garantirci sonni tranquilli, proprio come quando eravamo bambini.

E quale storia può essere più rassicurante e favolosa se non quella che ci ricorda i bei momenti passati in famiglia con i genitori sempre scrupolosi e accorti, con le mille attenzioni e la prudenza insegnata con la diligenza del buon padre di famiglia che vuole far vivere i figli lontano dai pericoli ed in piena sicurezza?

Già, la sicurezza e la favola, due parole assolutamente distanti che, però, possono trovare un significato comune nella coerenza di chi tiene veramente alla nostra incolumità, una bella favola che vorremmo vivere come lavoratori del MEF sentendoci realmente considerati in un sistema di gestione della sicurezza che applichi con determinatezza le norme vigenti a tutela dei propri dipendenti. Una favola, appunto.

L’impressione, invece, è quella di vivere in un contesto dove il datore di lavoro (il dirigente individuato in questo senso) anziché cercare soluzioni in grado di soddisfare i parametri determinati ai sensi del D. Lgs. 81/2008 a tutela dei lavoratori, risulti essere esclusivamente orientato a sollevarsi dalle proprie responsabilità.

Per cui, come promesso in precedenti comunicati, torniamo a parlare di sicurezza nei luoghi di lavoro del MEF tenendo conto delle molteplici istanze fatte dai lavoratori e dai RLS.

Così può accadere di venire a sapere che l’impianto di rilevazione dei fumi dell’archivio cartaceo di una CC.TT. risulti fuori uso da parecchi mesi, che in sede di redazione del DVR sia stata considerata erroneamente per difetto la quantità di carta archiviata (50 q. invece di 90) così da rientrare nel mancato obbligo di presenza di detto impianto e che non potendo tuttora provvedere alla riparazione, il Dirigente regionale abbia pensato bene di ridurre la quantità di carta effettivamente archiviata limitandone, con apposita direttiva al preposto, la quantità archiviabile a quei famosi 50 q. entro i quali non è dovuta la presenza di un impianto del genere in archivio. Ovvia conseguenza di ciò, lo spostamento della carta in eccesso in tutti gli altri locali a disposizione, anche nei locali utilizzati dai colleghi. In pratica, al fine di evitare la spesa per la riparazione dell’impianto, l’archivio è inservibile (in quanto saturo) per cui l’unica soluzione praticabile è quella di utilizzare i locali dei servizi amministrativi - udienze anche per l’archiviazione del materiale cartaceo. Quale rispetto per i lavoratori di questo Ministero.

Ma il quadro che vogliamo illustrare ci mostra uno scenario fatto di situazioni ancor più paradossali. Basti pensare ai tanti colleghi che hanno partecipato ai corsi per la formazione dei RSPP i quali di fatto non sono stati nominati tali dai dirigenti competenti. Nella pratica, in questi uffici, la figura del RSPP è affidata alla IGEAM, una società che opera nel settore. Ma allora qual è lo scopo di questi corsi? Perché si formano colleghi al ruolo RSPP per poi non nominarli tali? Come si giustificano queste spese? E di cosa parlano i paladini di un falso sistema premiante quando trovano accordi con l’Amministrazione per la remunerazione di specifiche indennità ai dipendenti RSPP (formati, ma non nominati)?

Forse non tutti sanno che la normativa in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, così come la conosciamo oggi, affonda le sue radici in una tragedia che colpì il nostro paese nel febbraio del 1983. Come molti ricorderanno, nel cinema Statuto di Torino, si sviluppò un incendio che provocò la morte di 64 persone molte delle quali rimasero intrappolate trovando le uscite di sicurezza chiuse con delle catene che il gestore del cinema aveva utilizzato per evitare accessi non autorizzati. Assurdo oltre che grottesco. Una serie di imperdonabili eventi evidenziarono la forte necessità di migliorare ed integrare la normativa di riferimento per una materia che, da allora, è stata considerata dal legislatore necessariamente prioritaria.

Il sistema di gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro è una cosa seria!

Proprio per questo vogliamo affermare nuovamente che questa materia deve essere affrontata con determinatezza e decisione nel preciso scopo della massima tutela del lavoratore e non come mero confronto periodico improntato al preminente scopo dello scaricabarile delle responsabilità dovute ai ruoli ricoperti.

Come sempre rimaniamo a disposizione dei colleghi (RLS in particolare) per segnalazioni ed approfondimenti sulla materia in argomento.

Roma, 06 giugno 2017

                    Direzione Nazionale                                                                                                  Il Coordinatore Generale

                       Rosario Mariotti                                                                                                            Andrea G. Bordini

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