No signori, non vogliamo parlare di calcio, stiamo scherzando, il nostro è solo un gioco di parole, una burla, il pensiero scherzoso di chi vuol pensare al domani con un pizzico di ottimismo in più. Il pensiero di chi vorrebbe dimenticare un contesto lavorativo in cui si vuole che i dipendenti del MEF soccombano inesorabilmente, sempre e comunque, di fronte ad esigenze rese imprescindibili da una classe dirigente, quella della Giustizia Tributaria del nostro Ministero, tanto egocentrica quanto votata all’unilaterale schiacciamento verso il basso di chi in basso già ci sta.
Si perché, si sa, lo scherzo è bello quando dura poco e la formazione di cui parliamo non è quella che scenderà in campo per una bella partita di calcio, ma quella che sarebbe (condizionale desolante) prevista per il personale del MEF (ai sensi della direttiva 30/07/2010 n° 10 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, G.U. 06/10/2010); la FORMAZIONE che anche la nostra Amministrazione dovrebbe garantire sempre e comunque, al di là di particolari circostanze o impieghi lavorativi, e da qui il ricordo dei recenti accordi sindacali brucia ancora chiarendoci ancor di più le ragioni di quegli spazi vuoti in luogo della nostra firma.
Così prendiamo la palla al balzo (scusate l’ironia, se non di calcio almeno parliamo di cose concrete) ed eccoci al dunque: in questi giorni la nostra O.S. ha affrontato più volte il tema del Processo Tributario Telematico che gradualmente, a partire dal dicembre 2015, ha investito i lavoratori delle Commissioni Tributarie Regionali e Provinciali (DGT) di problematiche legate all’applicazione ed alla gestione di tutta una serie di attività che vanno ad affiancarsi (ed in alcuni casi a sovrapporsi nel doppio binario analogico-digitale), a quelle preesistenti.
Nei comunicati di questi giorni abbiamo cercato di spiegare a più riprese alcuni dei problemi specifici riscontrati sui posti di lavoro. Di fatto il personale di questi Uffici, dall’oggi al domani, si è dovuto confrontare con problematiche nuove: gestire il SIGIT implementato per il PTT, utilizzare la firma digitale, gestire, tra gli altri, il formato pdf/a (molti utenti non sanno di cosa si parla), configurare in rete scanner in modalità multiutente o acquisire file secondo le dimensioni previste e così via dicendo. Tutte attività, queste, che arricchiscono il bagaglio dell’impiegato pubblico nell’era digitale (ovviamente prediligiamo l’evoluzione delle nostre competenze), ma perché tutta questa competenza dobbiamo crearcela da soli? Perché si chiede impegno e professionalità, efficacia ed efficienza al dipendente senza uno straccio di FORMAZIONE? Tutto questo incide anche dall’altra parte della barricata. Sono innumerevoli, infatti, le richieste di chiarimenti in merito all’utilizzo del PTT che i professionisti abilitati (avvocati, commercialisti, ecc.) rivolgono ai colleghi delle CC.TT. che, in tutti i casi, non negano il loro apporto alla corretta gestione di questa nuova fase operativa del processo tributario, in assenza di FORMAZIONE specifica.
Così in questi mesi abbiamo sentito di una tournée in giro per l’Italia che vede i vertici della DGT protagonisti di importanti momenti di confronto con il mondo dei professionisti. Che bello, gli avvocati, i commercialisti, certo anche i giudici tributari, per parlare del prodigioso PTT…. E i lavoratori? Si, quelli che di fatto si impegnano ogni giorno su direttive precise ed irreprensibili della DGT? Quelli no, quelli sono già esperti!!!
Allora potremmo riscrivere il titolo di questo comunicato onorandolo al grande Totò a cinquanta anni dalla sua morte che, interpretando la famosa commedia di Scarpetta, “miseria e nobiltà” (i lavoratori e i dirigenti - professionisti e i giudici) ci regalò uno spaccato della società di tanti anni fa (?), con la sua divisione in classi così marcatamente profonda.
Troppo facile!!! Siamo troppo innamorati del pallone perciò insistiamo: mister, quale FORMAZIONE per domani?
Roma, 8 maggio 2017
IL COORDINAMENTO