Continuano a pervenire a questa O.S. numerose richieste di informazioni e lamentele da parte dei lavoratori in merito alle prospettive legate all’accordo del 29 marzo 2017.
Come sappiamo la questione è molto ampia ed affronta tematiche che tradotte in soldoni vogliono dire molto per ognuno di noi. A tal riguardo il nostro coordinamento ha voluto esprimere pieno dissenso alle scelte fatte con quell’accordo, pubblicando un comunicato chiaro e trasparente che ha evidenziato l’incongruenza di un FUA dei lavoratori del MEF ridotto a bancomat dell’Amministrazione, spiegando le ragioni del perché la UILPA MEF non ha firmato quell’accordo.
Poca attenzione ai lavoratori, molto fumo negli occhi, un falso sistema premiante, le indennità specifiche proposte come un’idea nuova, ma che in realtà si prestano ad essere strumenti capaci di condizionare le scelte dei lavoratori stessi, denotano le caratteristiche di un sistema iniquo che risulta incapace di sfruttare pienamente l’organico a disposizione. Così, come sempre in queste circostanze, si accende la guerra fra poveri che diviene lo scenario vero dove il protagonista debole è il dipendente, costretto ad essere sempre più inerme di fronte alle scelte fatte dal corpo dirigente d’intesa con alcune sigle sindacali incapaci di centrare il problema: mettere al centro dei nostri obiettivi il lavoratore. Come possiamo accettare la costituzione di un sistema premiante incapace di valutare decisamente, con coerenza e in un tempo ragionevole, quelli che veramente meriteranno di più?
In tutto questo una situazione particolare: quella dei lavoratori designati al ruolo di RLS (i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza) che in queste settimane, frequentando i corsi di formazione specifici, hanno preso coscienza dei compiti loro assegnati e si sono visti esclusi (come detto nel precedente comunicato, “paradossalmente”), loro malgrado, dall’ipotesi di indennità specifica rivolta agli addetti al sistema di gestione della sicurezza. RLS…, questi sconosciuti.
Com’è noto questi lavoratori sono generalmente membri di RSU per cui, essendo la loro attività svolta all’interno delle prerogative sindacali, si è pensato alla loro esclusione dalla previsione di un riconoscimento economico da parte dell’Amministrazione (con i soldi del FUA, i soldi dei lavoratori, quindi, anche di questi lavoratori).
In non pochi casi, si pensi ad esempio agli Uffici con mappatura RSU disposta su varie sedi a livello regionale, questi colleghi sono obbligati a svolgere i propri compiti spostandosi tra sedi distanti diverse decine di km, mentre tutti gli altri addetti al sistema di gestione della sicurezza sono impiegati, in caso di potenziale incidente, solo nell’ambito della sede di servizio. Risulta lecito, quindi, chiedersi se un RLS potrà effettivamente svolgere il proprio ruolo completamente, tenuto conto delle spese da sostenere per questi spostamenti.
Per questo la nostra preoccupazione più grande si rivolge al corretto svolgimento dei compiti assegnati al ruolo, un ruolo che vede gli RLS coinvolti in attività di tutela dei lavoratori dove l’apporto di ogni singolo dipendente diventa elemento di raccordo fra il lavoratore ed il datore di lavoro, un ruolo fondamentale per la proficua costituzione di un corretto sistema di gestione della sicurezza sul luogo di lavoro.
Così il paradosso non finisce, purtroppo, col mero discorso della mancata corresponsione di una indennità specifica. La cosa che più dovrebbe interessarci è l’effettiva applicazione delle prescrizioni indicate dalla normativa vigente al fine di garantire luoghi di lavoro più sicuri nel nostro Ministero e da questo punto di vista, purtroppo, l’Amministrazione si rivela ancora una volta poco attenta. Il nostro Coordinamento si impegnerà fortemente in questa direzione in un’ottica di pieno supporto al personale coinvolto.
Roma lì 12 aprile 2017
Il Coordinamento