Il dizionario Treccani fornisce una vasta serie di definizioni per il termine "eroe", spaziando dal concetto di semidio proprio della mitologia delle civiltà primitive, fino agli ardimentosi guerrieri che compivano azioni straordinarie con sprezzo del pericolo. Nel linguaggio comune odierno, viene identificato come eroe "chi dà prova di grande abnegazione e di spirito di sacrificio per un nobile ideale".
Di questi tempi capita di imbattersi prima serata sulla rete ammiraglia davanti a milioni di telespettatori, ed accorgersi che il programma più nazionalpopolare che esista proponga una sorta di rubrica dedicata all'"eroe" del giorno, approfittando dell'occasione per propinare un siluro mediatico, propagandistico, contro il dipendente pubblico, colpevole solo di pretendere il rinnovo del proprio contratto dopo anni di attese e promesse da marinaio! Quindi quale occasione migliore se non la platea di Sanremo per inveire contro la categoria stereotipata del dipendente pubblico fannullone e scansafatiche, invitando un “impiegato modello” della P.A. (modello per chi?) che in 40 anni di attività lavorativa non solo non ha usufruito di un solo giorno di malattia e, con ardimentosa soddisfazione, non avrebbe goduto di ben 239 giorni di ferie! Ci sembra quasi strano che gli consentiranno, forse, di andare addirittura in pensione...
Il povero collega si sarà accorto di essere stato solo usato per meri fini propagandistici di basso livello? Non un impiegato modello ma un semplice robot svuotato di pensiero e dignità, degno di un romanzo di fantascienza, che arriva a definire il suo status lavorativo come un vero e proprio "privilegio" da difendere e preservare..
Se questo è il sentire comune, allora noi certamente non siamo eroi.
Non siamo eroi perché alle ferie non intendiamo rinunciare. Ma non perché non abbiamo voglia di lavorare, ma perché è la Costituzione della Repubblica Italiana che ce lo impedisce: l'art. 36 le definisce "irrinunciabili" e non certo per farci dispetto, ma a salvaguardia delle esigenze psicofisiche fondamentali del lavoratore, permettendogli inoltre di stare con la propria famiglia.
Non siamo eroi perché ogni tanto può capitare che ci si ammali: qualcuno dà per scontato che sia per finta, ignorando che spesso sono le condizioni di lavoro e gli ambenti fatiscenti che danneggiano la salute, così come ignorano (o fingono di ignorare) che durante la malattia si ha una decurtazione dello stipendio
Peccato non si sia colta l’occasione di invitare a Sanremo per ogni categoria: il politico modello, l’assessore modello, il sindaco modello, l’imprenditore modello, il pregiudicato modello, il migrante modello, il panettiere modello, il rapinatore modello, il clandestino modello, il ladro modello, il presentatore abbronzato modello, il calciatore modello che coniuga i congiuntivi, il vincitore di gare d’appalto truccate modello o il semplice Bilancio dello Stato modello che eroga ai dipendenti le risorse modello stanziate in missioni e programmi modello per i rinnovi contrattuali modello!
Quindi tale macchinazione mediatica catodica a cosa servirà? Certamente a lanciare il messaggio: cari lavoratori pubblici voi per questo Paese siete tutti i furbetti del cartellino e solo lui è l’impiegato modello che mai si assenta e mai protesta, ed a cui vorremmo spiegare che avere un impiego stabile non costituisce un "privilegio" ma un diritto costituzionalmente garantito che, invece, oggi viene negato a milioni di giovani precari che, sotto l’egida di un precariato mascherato da flessibilità rappresentano i nuovi schiavi del XXI secolo.
Forse ci vorrebbero mettere in una macchina del tempo, e far “ritornare al futuro” il regno dei Savoia dei primi del novecento in cui i lavoratori avevano pochissimi diritti, o forse vorrebbero applicare al sistema lavorativo italiano i modelli attuali di stampo cinese, egiziano o coreano...
Ci piace parafrasare un pensiero di Sciascia, rivolgendolo a chi si presta a fare propaganda …. che la verità è nel fondo di un pozzo, in cui si può anche vedere il sole o la luna, ma da dentro oltre l’acqua c’è solo un’unica verità!
Avremmo dunque piacere che il servizio pubblico si occupasse della nostra categoria con dati reali, oggettivi e rispondenti alla verità! Ma probabilmente anche questa è fantascienza...
Roma, 13 febbraio 2017
Il Coordinamento