REFERENDUM: FACCIAMO CHIAREZZA

Non sono trascorse neanche 24 ore dalla firma dell’accordo sui rinnovi contrattuali del pubblico impiego che subito veniamo “tirati dalla giacchetta” da uno dei comitati referendari che vorrebbe mettere il proprio marchio sul buon esito avuto dalla trattativa, quasi fosse una naturale conseguenza legata ad uno specifico esito che scaturirà dalle urne domenica sera.

Tale invasione di campo, che verosimilmente cerca di dare un imprinting, non richiesto da alcuno dei protagonisti (certamente non dalla UIL), rischia di avvelenare un clima finalmente tornato sereno tra i lavoratori, che rivedono una luce dopo quasi otto anni di ingiustificato ed inaccettabile oblio, nonché di dare sponda a coloro che, dall’alto della loro ignavia, attaccano l’accordo tacciandolo quale “marchetta” al governo, ma guardandosi bene da assumersi, una volta tanto, una responsabilità nei confronti dei dipendenti: un po’ come quei calciatori che non hanno mai sbagliato un calcio di rigore semplicemente perché non lo hanno mai tirato.

È bene dunque chiarire immediatamente come stanno le cose, in vista dell’imminente silenzio elettorale prima delle consultazioni: la UIL è un’organizzazione laica, slegata da partiti o altri tipi di associazioni politiche, e l’unico scopo della sua azione resta la tutela incondizionata del lavoro, dei lavoratori e dei cittadini. Proprio per questo non è stata data alcuna indicazione di voto ai nostri iscritti, se non una guida al voto (che alleghiamo), che dunque decideranno come meglio credono secondo coscienza.

L’unica indicazione che ci sentiamo di dare è quella di recarsi comunque a votare: il voto ancora oggi rappresenta l’arma più potente in mano ai cittadini, l’unico strumento che, al netto delle varie leggi elettorali che cercano di limitarne in qualche modo la portata, consente loro di scegliere, di far sentire la propria voce, di rendere questo paese davvero democratico.

Noi conosciamo bene il valore della democrazia che esaltiamo in tutti i nostri appuntamenti istituzionali ed elettorali, tant’è che se le percentuali di partecipazione al voto delle varie elezioni politiche si avvicinassero appena a quelle che noi riscontriamo tra i lavoratori in occasione delle consultazioni per l’elezione delle RSU, non esisterebbe il problema della rappresentatività delle forze politiche. Perché i rigori noi preferiamo tirarli…

Roma, 02/12/2016

                                                                              Il Coordinamento