DIRETTORE O PORTAVOCE?


Questa Organizzazione Sindacale, facendo seguito alla nota del 10 Novembre 2016, ritiene di dover  approfondire alcuni aspetti, non marginali, della situazione creatasi all’interno della D.C.I. che meritano, a nostro avviso, riflessioni  attente e risposte puntuali  da parte dell’Amministrazione.

E’ nostro impegno non sottovalutare ogni  minima discrasia che potrebbe minare il benessere organizzativo  dei dipendenti impiegati presso la sua Direzione.

Con  il decreto di nomina, firmato dal sig. Ministro il  29 maggio 2013, Lei è stato incaricato quale Portavoce del Ministro dell’Economia e Finanze.

Secondo molti specialisti della Comunicazione Istituzionale il Portavoce viene definito come una persona incaricata di riferire i punti di vista e le opinioni altrui,  o di esporre al pubblico, specialmente ai mass–media, il pensiero e l’operato di un organo o di un’autorità responsabile.  In base ad un rapporto fiduciario egli ha il compito di illustrare e sostenere le scelte dell’organo politico di vertice. In definitiva è un mediatore, consigliere e sostituto.

Nella P.A. in passato il ruolo di portavoce è stato spesso sottovalutato e considerato  come un “portaborse”, un consigliere, un giornalista fazioso o un  collaboratore di fiducia e prima della L.150/ 2000 erano pochissimi i professionisti che in Italia ricoprivano questa mansione che in altri Paesi  vanta una lunga e prestigiosa tradizione.

Tutti noi, dirigenti sindacali della UIL, impegnati a difesa e tutela dei lavoratori del pubblico impiego, consideriamo realisticamente che la professione del Portavoce è oltremodo impegnativa, richiedendo tempo e risorse intellettuali illimitate. Solitamente il ruolo di portavoce è riservato a un giornalista o a un comunicatore, legato all’ente da un contratto di collaborazione che richiede un impegno di alta responsabilità e professionalità nel fornire una linea interpretativa all’ attività politica dell’Istituzione.

Riteniamo che il Portavoce rivesta un ruolo importante nell’organigramma di un Ministero e a volte si trova a dover svolgere anche la funzione di coordinatore dell’Ufficio Stampa entrando in palese conflitto con il principio di indipendenza delle due funzioni riconosciute dalla legge 150/2000 assolutamente non sovrapponibili.

All’ufficio stampa spetta di fornire una comunicazione imparziale, al servizio dell’ente nel suo insieme; al portavoce, invece, come organo di parte, di fiducia del politico, compete il lavoro di rappresentarlo comunicandone la volontà e l’immagine positiva. In altre parole il portavoce  fornisce dati in qualche modo già “selezionati” “formattati” ed “adeguati”. Seleziona quotidianamente le notizie da dare e quelle da non dare e ha la facoltà di graduare il flusso delle notizie e determinare la loro priorità, distinguendo e filtrando informazioni utili al lavoro dell’Istituzione.

Ma questo oggi non ci riguarda.

A tutti noi interessa invece aprire una costruttiva riflessione sulle ragioni  per cui il M.E.F. ha ritenuto di accorpare in un’unica persona moltissime, forse troppe funzioni e competenze, compresa quella di Direttore della Comunicazione Istituzionale che dovrebbe garantire, fra l’altro, anche l’imparzialità delle informazioni date ai cittadini della Repubblica Italiana.

Noi riteniamo quindi di dover garantire, come peraltro chiesto nella precedente nota sindacale, un attento controllo delle attività istituzionali della sua importante Direzione chiedendoLe di porre termine alla  prolungata vacatio della sua funzione e della sua presenza dalla sede di Villa Ada,  affinché possa meglio operare garantendo ai suoi collaboratori la guida necessaria e la programmazione, lo sviluppo e la gestione delle attività di comunicazione del Ministero in conformità ai principi generali previsti dalla legge 7 giugno 2000, n. 150.

Crediamo, senza voler mettere in discussione la professionalità da Lei dimostrata, che il corretto esercizio della funzione di Direttore della D.C.I. comporti necessariamente l’assunzione di queste importanti funzioni. Riteniamo che  l’insieme degli impegni  sostenuti a livello nazionale, europeo e internazionale al fianco del Sig. Ministro risultano indubbiamente gravosi e carichi di responsabilità e assorbono, fatalmente, per la loro organizzazione e coordinamento, una quantità notevole di tempo, facendo sorgere il dubbio legittimo sulla sua possibilità di essere  operativo e presente con la continuità necessaria anche nel ruolo di Direttore della Comunicazione Istituzionale.

A dimostrazione di quanto sostenuto fin qui, sempre che ne sia fatta richiesta, possiamo mettere a disposizione una galleria d’immagini,  che coprono  l’arco temporale ottobre 2015 - novembre 2016, tratte dal sito ufficiale della Comunità Europea, che testimoniano in maniera eloquente quanto affermato riguardo alla continuità dei gravosi impegni da Lei sostenuti nella carica di Portavoce, confermando nei fatti l’esistenza di un pesante dualismo, diremmo incompatibilità per mancanza di tempo, tra la carica Portavoce e quella di Direttore D.C.I..

Ci chiediamo se sono questi i motivi che nel concreto impediscono al Dirigente generale di occupare stabilmente la sua poltrona di Direttore nella sede di Villa Ada e rivolgere così la giusta  attenzione alle attività e al benessere organizzativo dell’ufficio?

Inoltre ricordiamo che la lamentata confusione generata da tale dualismo, parrebbe essere confermata anche dal sito ufficiale del M.E.F., peraltro gestito dalla sua Direzione che, in data 15.11.2016, conferma come l’incarico di Portavoce e Direttore della comunicazione insistano attualmente nella sua stessa persona.

Se le situazioni rappresentate risultassero oggettivamente corrispondenti alla realtà, si invita formalmente l’Amministrazione ad ogni necessario chiarimento.

Distinti saluti

Roma 22 Novembre 2016

                   Il Coordinatore Generale                                                                   Il Vice Coordinatore Nazionale

                         Andrea G. Bordini                                                                                    Guido Compagnone

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