Egregio Direttore,
Vorremmo coinvolgerla in una riflessione sulla necessità di garantire il benessere organizzativo sul posto di lavoro a tutti i dipendenti impegnati negli uffici del Ministero dell’Economia e Finanze.
Il tema del “benessere organizzativo”, inteso comunemente come capacità dell’organizzazione di promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e lavorativo dei dipendenti, senza distinzione di livelli e di ruoli, è oggetto di costante attenzione da parte di questa O.S..
La motivazione, la collaborazione, il coinvolgimento, la corretta circolazione delle informazioni, la flessibilità e la fiducia reciproca tra dipendenti e dirigenti sono tutti elementi che portano a migliorare la salute mentale e fisica dei lavoratori, la soddisfazione degli utenti e, in ultimo, ad aumentare la produttività, come peraltro sottolineato nella Direttiva della Funzione Pubblica, emanata il 24 marzo 2004.
Con tale direttiva si richiamava l’attenzione delle Pubbliche amministrazioni, al di là della realizzazione degli obiettivi di efficacia, efficienza e produttività, all’impegno necessario per il mantenimento del benessere fisico e psicologico delle persone, mediante la predisposizione di ambienti e relazioni di lavoro che contribuissero al miglioramento della qualità della vita sul luogo di lavoro. Si affermava, infatti, che per migliorare le prestazioni e l’efficacia delle politiche pubbliche, fosse importante offrire agli operatori la possibilità di lavorare in contesti organizzativi che favorissero il lavoro di gruppo, la trasparenza e la visibilità dei risultati. Un uguale richiamo si poneva alla cura degli spazi architettonici, ai rapporti tra le persone e allo sviluppo professionale. Il Dipartimento della funzione pubblica collocò tra le priorità assolute la creazione di specifiche condizioni che incidessero sul miglioramento del clima interno, sulle relazioni interpersonali e, in generale, sulla diffusione della cultura organizzativa. La norma intendeva porre all'attenzione delle amministrazioni pubbliche un aspetto rilevante e spesso trascurato nella abituale gestione del personale: si trattava di applicare modelli gestionali delle risorse umane che favorissero il miglioramento delle relazioni e degli ambienti di lavoro con conseguente aumento dei livelli di produttività.
Condividiamo queste indicazioni, senza eccezioni, come lavoratori e come dirigenti sindacali.
Siamo fermamente convinti della rilevante funzione strategica rappresentata dalla Direzione che Lei dirige e dell’importanza intrinseca che ricopre la Comunicazione Istituzionale del M.E.F. nei confronti dei lavoratori, dei cittadini, dei media e di tutta la pubblica opinione, come indicato dalla legge n.150/2000 che rappresenta un passaggio fondamentale per la comunicazione pubblica, disciplinando le "attività di informazione e comunicazione delle pubbliche amministrazioni" come fondamentali attività finalizzate all’attuazione dei principi di trasparenza ed efficacia dell’azione amministrativa.
Al riguardo e ai fini che ci interessano, non è inutile ricordare la Direttiva n.8/2007 del Ministero per le Riforme e l’Innovazione della P.A, che statuiva: “… l’attribuzione all’area del ruolo e dei poteri del datore di lavoro, impone una continua ed attenta disamina in merito alla condotta mantenuta dal personale assegnato alle varie strutture, sia sotto il profilo dell'esatto adempimento delle prescrizioni contrattuali che della conformità alle regole deontologiche previste per i dipendenti pubblici. Le prestazioni lavorative di tutti coloro che agiscono all'interno degli apparati pubblici devono garantire non il semplice ossequio alle prescrizioni contrattuali, ma una completa adesione ai valori che sormontano l'azione delle pubbliche amministrazioni. Le amministrazioni devono infatti perseguire l'interesse pubblico, garantendo ai cittadini, nel contempo, modalità di comunicazioni che assicurino la comprensibilità e l'affidabilità degli atteggiamenti e dichiarazioni di ogni addetto”.
Proprio per queste ragioni e per garantire i lavoratori interessati che dispongono di conoscenze professionali e status di comunicatore pubblico, chiediamo a nome della scrivente Organizzazione Sindacale chiarimenti in merito all’inerzia sin qui dimostrata nel provvedere ad una più funzionale sistemazione dei lavoratori D.C.I., impiegati, funzionari e dirigenti, in un unico plesso che garantirebbe una più efficace azione amministrativa e una maggiore tutela, in termini di sicurezza, come previsto dal dlgs 81/2008 e successive modificazioni, di tutti i lavoratori impegnati.
L’auspicabile spostamento della Direzione da Lei diretta nella sede ministeriale di via XX settembre, agevolerebbe sia la gestione dell’ufficio U.R.P. che della Biblioteca storica, eliminando le difficoltà determinate dal dover esser presenti in due sedi diverse per esercitare le proprie funzioni di direzione.
Lei indubbiamente ben conosce queste difficoltà ricoprendo al contempo l’importante carica di Portavoce del Sig. Ministro, di coordinatore di tutta la Comunicazione esterna del M.E.F. e dell’Ufficio stampa nonché di Direttore della Comunicazione Istituzionale.
Allo stesso modo anche alcuni suoi collaboratori, come la Dr.ssa Viviana Cozi, al tempo stesso Responsabile Ufficio Comunicazione e Relazioni Esterne (DT) e Reggente Ufficio IV per la Comunicazione Interna della Direzione Comunicazione Istituzionale e la sig.ra Giulia Spiniello, Collaboratrice esterna, sono costretti a dividersi tra più funzioni e più sedi.
Al riguardo questa Organizzazione Sindacale riscontra che sino ad oggi l’attività organizzativa da Lei rappresentata si è formalmente tradotta in un numero irrilevante di ordini di servizio, a fronte dei compiti di assoluta rilevanza e non rinviabili della Direzione Comunicazione Istituzionale.
La situazione così delineata dura da quasi un anno e può essere facilmente vista come la risultante di una assenza prolungata e continua delle posizioni di vertice nella sede di via di villa Ada, certamente non spiegabile né condivisibile. Ricordiamo che la struttura da Lei guidata si occupa di importanti e non eludibili competenze, quali:
- definizione, programmazione, sviluppo e gestione delle attività di comunicazione del Ministero in conformità ai principi generali previsti dalla legge 7 giugno 2000, n. 150, in coordinamento con i Dipartimenti e le altre strutture del Ministero;
- elaborazione del piano di comunicazione annuale del Ministero, ai sensi dell’art. 11 della legge n. 150/2000;
- coordinamento dei progetti di comunicazione interdipartimentali, assicurandone l’integrazione funzionale;
- promozione di campagne informative di pubblico interesse;
- coordinamento di eventi e manifestazioni;
- sviluppo di iniziative volte a promuovere l’immagine del Ministero;
- gestione della biblioteca storica; gestione del Portale web del Ministero; sviluppo e gestione della Intranet interdipartimentale;
- gestione delle attività di relazione con il pubblico;
- monitoraggio della qualità dei servizi e della soddisfazione dei cittadini;
- studi e analisi di dati ed informazioni sulle attività di customer satisfaction;
- coordinamento dell’informazione statistica e dei rapporti con il Servizio statistico nazionale con riferimento all’area ex Tesoro.
La situazione rappresentata sembrerebbe quella che viene percepita con esattezza da molti dipendenti e potrebbe destare dubbi e incertezze sugli scenari futuri delle attività di competenza della DCI.
In conseguenza di ciò si invita formalmente l'Amministrazione in indirizzo a provvedere a tutti i chiarimenti del caso.
In attesa di ricevere le informazioni sopra richieste, si porgono distinti saluti.
Roma, 10 Novembre 2016
Il Coordinatore Generale Il Vice Coordinatore Nazionale
Andrea G. Bordini Guido Compagnone