Allo scopo di “tranquillizzare” coloro che, per cercare di giustificare l’avallo alle procedure di riqualificazione, hanno descritto i quiz che prossimamente si svolgeranno (presumibilmente da novembre) quasi alla stregua di una passeggiata di salute, cercando di far passare l’idea, in modo più o meno esplicito, che i partecipanti potranno effettuare l’esame con una certa “libertà” (lasciamo a chi legge l’interpretazione di tale input), dobbiamo purtroppo riportarli all’amara realtà.
Ci giungono infatti numerose segnalazioni dai colleghi, che in queste ore starebbero ricevendo delle visite da alcuni soggetti che, spesso non qualificandosi se non su precisa richiesta, prenderebbero appunti sulla composizione delle stanze, con riguardo alle postazioni sulle quali dovranno svolgersi le prove d’esame. Parrebbe però che, anziché limitarsi a questo (e sarebbe anche normale), stiano dando ai colleghi degli avvertimenti dal tono velatamente minaccioso riguardo le modalità ed il contesto in cui si svolgerà la prova, corredati da richieste di svuotamento della postazione da qualsiasi tipo di ingombro (siano essi pratiche o meno) sino a giungere a previsioni di fantomatiche “prove fotografiche” al fine di immortalare eventuali irregolarità commesse, da inoltrare successivamente agli uffici disciplinari per i provvedimenti sanzionatori conseguenti.
Dunque, oltre a dover sopportare l’idea di una procedura con esami mai previsti da alcun contratto collettivo, i lavoratori devono anche subire un clima intriso da una sorta di terrorismo psicologico, con una Amministrazione che dà quasi l’idea di voler attuare un repulisti generale anziché un meccanismo premiante per i suoi dipendenti, così come dovrebbe essere.
Ci auguriamo, per il bene di tutti, che le graduatorie finali alla fine non rischino di diventare delle vere e proprie liste di proscrizione. Al contempo, compatiamo chi in questo momento prova un po’ di imbarazzo nello scoprire cosa ha contribuito a creare. Se non lo provano, aspettiamo con curiosità una nuova fantasiosa giustificazione.
Roma, 04 ottobre 2016
Il Coordinamento