TACI... CHE E' MEGLIO

Lo abbiamo più volte scritto e detto che capire quando è il momento di tacere è sintomo di intelligenza, ed in questo caso non avevamo il minimo dubbio che qualcuno, al contrario, rispondesse.
Chiudere un buon accordo, per noi, non significa solo mettere in fila 4 regole rispettose della normativa lasciando carta bianca all'amministrazione, altrimenti sarebbe bastato fotocopiare il contratto senza neanche aprire una negoziazione tra sindacati e Amministrazione.

Se esiste la contrattazione significa che è necessario trovare e inserire dei punti favorevoli ai lavoratori, come quelli che nello specifico chiedeva la UIL  di cui solo oggi qualcuno si sta rendendo conto, svegliandosi tardivamente. Le nostre proposte, se fossero state accolte, avrebbero evitato malumori e gli inevitabili e successivi contenziosi che i dipendenti saranno, per forza di cose, costretti ad intraprendere per poter legittimamente tutelare i propri interessi nelle sedi opportune. Ma immaginiamo che spiegare queste cose a chi non vuole o non può capire sia un’impresa ardua, anzi impossibile!

Ricordiamo a questo qualcuno che ancora si vanta di essere riuscito ad accontentare ben il 65% del personale del MEF (inserendo un’assurda preselezione a quiz nella procedura delle progressioni economiche), che nel 2010 fummo capaci di soddisfare il 95% del personale senza far subire nessuna umiliazione in un accordo che fu firmato da tutte le OO. SS..Possiamo capire che i soggetti all'epoca erano di ben altra caratura e ci dispiace vedere un'organizzazione sindacale, che dovrebbe rispecchiare maggior rispetto, essere rappresentata da simili soggetti.

Ma bisognerebbe tener ben in mente che sono gli uomini al servizio della propria organizzazione a fare il sindacato e a far crescere la credibilità dello stesso; pertanto bisognerebbe prestare la massima attenzione nella scelta dei propri rappresentanti soprattutto quando questi ultimi rappresentano direttamente gli interessi dei lavoratori in nome della propria sigla.

In questo ultimo episodio invece assistiamo, per paradosso, al fatto che il cambiamento non coincide con miglioramento, contro ogni principio darwiniano. Perché quando si determinano i peggioramenti per i lavoratori si innestano effetti rovinosamente irreversibili.

Abbiamo cercato più volte di chiedere l'unitarietà, in cui fortemente crediamo e siamo gli unici a chiedere, per avere una forza maggiore che tuteli i diritti dei dipendenti, ma riscontriamo difficoltà a confrontarci con chi non parla la lingua dei lavoratori e si schiera a loro fianco solo di facciata.

Questa sarà la nostra ultima risposta a comunicati offensivi da parte di persone che non hanno alcun significato politico e sindacale e che non hanno nulla di costruttivo da dire. Ci dispiace solo per i lavoratori, perché queste polemiche sterili ci sottraggono del tempo e delle energie che potremmo utilizzare per loro.

Noi siamo contenti dei consensi ricevuti, al contrario di qualcun altro, per la nostra coerenza e trasparenza riconosciuta da tutti i dipendenti e possiamo capire che tutto questo possa dare tanto fastidio.

Ma grazie a Dio noi lottiamo per tutelare i diritti dei lavoratori al fine di cercare di migliorare sempre le condizioni dei dipendenti del nostro Dicastero, al contrario di  qualcun altro che collude più o meno inconsapevolmente con chi le peggiora. Non è che  inseguendo una sedicente solidarietà verso altri lavoratori si raggiunga qualcosa di buono, anzi! Aggravare le condizioni dei dipendenti del MEF verso un ulteriore livellamento verso il basso sembra proprio un autogol alla Fantozzi.

Ricordino gli imbonitori che i loro trucchi  vengono sempre smascherati e che noi segnaliamo ai lavoratori di prestare attenzione agli elisir miracolosi! "...svegliatevi italiani brava gente..".

Per cambiare è necessario saper solcar il mare all'insaputa del cielo...altrimenti è meglio tacere.

Roma 5 giugno 2016                                                                    

                                                                                                                                                Il Coordinamento

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