REALTA’ VIRTUALE

Nelle more (infinite) dell’emanazione di un documento ufficiale che riporti le linee guida nell’attribuzione di incarichi esterni ai dipendenti del MEF, sulle quali abbiamo ripetutamente espresso le nostre forti perplessità sia riguardo i contenuti che le modalità con cui sono state elaborate, riceviamo segnalazioni riguardo una serie di decisioni su singoli casi alquanto discutibili, per non dire bizzarre.

Infatti, se già può essere considerato inopportuno che l’Amministrazione, per sua stessa ammissione, già da tempo applichi le regole prima ancora che esse trovino una dovuta formalizzazione da chi di competenza, non comprendiamo la situazione secondo cui sembrerebbe che venga negata l’autorizzazione, per i dipendenti delle Commissioni Tributarie, a svolgere, ad esempio, un semplice incarico di amministratore di condominio, per una sorta di conflitto di interessi “potenziale”, con la motivazione che lo stesso condominio potrebbe in astratto essere parte in una controversia giurisdizionale in materia fiscale.

Tale motivazione apparirebbe inspiegabile sia da un punto di vista legale, in quanto l’attività di amministratore di condominio non risulta tra gli incarichi espressamente vietati dalla normativa vigente, ed oltretutto in presenza di un precisa previsione normativa (art.1 c.41 L.190/2012) che già obbligherebbe il dipendente ad astenersi dall’incarico in caso rilevasse un potenziale conflitto di interesse; sia per un semplice discorso legato al buon senso, per cui neanche riusciamo ad immaginare quanto infinitesimali possano essere le probabilità che un giudizio tributario coinvolga la sezione in cui lavora il dipendente ed il condominio rappresentato pro tempore!

Inoltre, tale modus operandi rischia di apparire quasi offensivo per l’onestà, l’etica e la moralità dei dipendenti (così come dei giudici tributari), quasi che si volesse sottolineare una sorta di propensione quasi normale all’inciucio ed alla salvaguardia di interessi personali. E sarebbe l’ennesima, insopportabile mortificazione subita dalla professionalità dei dipendenti pubblici.

Ma magari, a salvaguardia della “realtà virtuale” in cui l’Amministrazione concepisce i suoi dipendenti, per evitare qualsiasi tipo di rischio si preferisce buttare l’acqua sporca insieme al bambino.

Roma, 21 aprile 2016                                                     Il Sostituto Coordinatore

                                                           Valerio Romito

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