Per coloro che ancora continuano a sforzarsi per far credere al personale di aver sottoscritto il miglior accordo possibile, richiamando per l’ennesima volta accordi sottoscritti in altre amministrazioni con realtà “normative” differenti, gestite da altri coordinamenti che a loro volta avranno avuto le loro giuste motivazioni (guarda caso, vertici di quelle O.S provengono proprio dall’Agenzia delle Entrate), ma non hanno il coraggio di pubblicare cosa scrivevano solo poche ore prima di sottoscrivere l’accordo al MEF. A grande richiesta, lo facciamo noi.
Un comunicato del 29 marzo affermava testualmente: "Riteniamo che il piano formativo proposto è più attinente ad una formazione accademica, utile per un passaggio dalla seconda alla terza area, che per riconoscere e valorizzare il grado di competenza professionale maturato dai lavoratori nell'espletamento dell'attività lavorativa affidata. Lungi dalla CGIL pensare che la conoscenza della lingua Inglese non sia importante, ma è difficile credere che un corso di 8 ore sia utile a soddisfare le esigenze sia dell'Amministrazione sia del lavoratore e indispensabile per ottenere un aumento retributivo. [...] La formazione deve essere programmata e garantita nel corso dell'anno. Non può essere "somministrata" esclusivamente per un passaggio di fascia. La proposta dell'Amministrazione rischia di trasformare le progressioni economiche in un concorso a titoli ed esami, non proprio quanto previsto dal CCNL"
Per cui ci chiediamo, non senza curiosità, se c'è qualcuno che scrive comunicati all'insaputa di sé stesso, o se invece chi gestisce le sorti di quel sindacato soffre di una strana sindrome che, volendo citare un noto racconto di Stevenson, lo rende come il Dr Jekyll quando detta la linea politica della sua organizzazione, ma che quando firma gli accordi ci va come Mr Hyde.
Sembrerebbe che qualcuno abbia voluto "sacrificare" il personale del MEF per proporre questo accordo su altri tavoli di contrattazione, e magari immaginiamo anche alla stessa Agenzia.
Le accuse di dire il falso riguardo l’impossibilità di applicare al MEF la valutazione del personale, a questo punto le rivolgano direttamente al Dott. Ferrara che ha confermato tale affermazione al tavolo della trattativa.
L’unico accordo possibile al MEF sarebbe stato quello di applicare l’art. 18 del CCNL del 14 settembre 2007. Ed usiamo il condizionale non a caso, perché si sarebbe potuto verificare se l'Amministrazione avesse agito nei termini di legge e del CCNL, e cioè avesse presentato, nei tempi previsti, un regolare piano di formazione, o per usare il dettato contrattuale, "percorsi formativi con esame finale qualificati quanto alla durata e ai contenuti che devono essere correlati all'attività lavorativa affidata". Ne avrebbe beneficiato in primis il personale stesso, che avrebbe finalmente potuto usufruire di una formazione utile e funzionale. L’accordo migliore, secondo noi, è sempre quello che segue le regole, poiché risulterà inattaccabile a qualsiasi tipo di rilievo e di controllo.
D unque, chi tenta disperatamente di giustificarsi del contenuto dell'accordo sottoscritto rispetto ai propri iscritti, invece di dire le cose come stanno non trova di meglio che accusare gli altri di dire il falso, di voler boicottare le progressioni e di fare demagogia. D’altronde, come scriveva Dostoevskij, “per rendere la verità più verosimile, bisogna assolutamente mescolarvi della menzogna”.
Roma, 22 aprile 2016 Il Coordinamento