Nel linguaggio comune, il termine "sciacallo" viene spesso usato in senso denigratorio per riferirsi a persone, soprattutto per indicare chi trae in qualche modo giovamento dalle difficoltà altrui.
Ebbene, non sapremmo come definire meglio chi, in queste ore, continua nel tentativo di diffondere ed aumentare malcontento e preoccupazione nel personale del MEF al solo scopo di acquisire visibilità ed importanza.
Infatti, chi auspica a mezzo comunicati (quasi sempre non firmati) la possibilità di ottenere dei passaggi economici per la totalità dei dipendenti di questo dicastero, non fa altro che mentire sapendo di farlo: una proposta del genere sarebbe assolutamente (e giustamente) considerata irricevibile dall’amministrazione, ed immediatamente bocciata dagli organi di controllo, poiché il criterio della selettività, inteso come necessaria limitazione dei posti messi a disposizione, è insito in qualsiasi tipo di progressione economica , così come previsto dalla normativa e dal CCNL.
È dunque propinando menzogne che alcuni soggetti sperano di guadagnare quel livello di rappresentatività fino ad oggi praticamente inesistente, e che non consente loro neanche di sedersi al tavolo delle trattative? O magari costoro credono seriamente alle sciocchezze che scrivono, il che la direbbe tutta sulla loro “competenza” ed “attendibilità”?
Noi non sappiamo ancora se verrà trovato o meno un accordo soddisfacente per le prossime (speriamo) riqualificazioni, e sappiamo bene che in un caso o nell’altro ci sarà qualcuno che sarà scontento, però non temiamo di metterci il nome e la faccia e di assumerci in pieno le nostre responsabilità. Se poi l’Amministrazione si ostinerà a riproporre lo stesso schema di accordo “sbilanciato” sui punteggi della formazione, allora trarremo le stesse conclusioni della precedente riunione. Ma lo faremo alla luce del sole.
Perché le prese in giro non fanno per noi.
Roma, 22 marzo 2016 Il Coordinamento