BLACK(OUT) FRIDAY

Le scriviamo in qualità di responsabile del Ministero segnalando quanto segue se già non ne fosse a conoscenza: Venerdì 27 novembre u.s., a causa di un guasto della linea elettrica causato, a quanto pare, da un incendio avvenuto la notte precedente nelle vie adiacenti, è mancata la corrente Dicastero Centrale sin dalle primissime ore della mattina. A seguito di ciò, evidentemente, e noi aggiungiamo conscensionamente, prendendo atto che la situazione non era risolvibile a breve, il Capo Dipartimento del DAG ha emanato una circolare con la quale, in mancanza delle "normali condizioni operative" ed al fine di "garantire la sicurezza dei lavoratori" autorizzava tutti i dipendenti "all'uscita immediata dal Palazzo". Ma dobbiamo altrettanto segnalare per correttezza e trasparenza che, la stessa circolare, indicava

che erano tenuti a rimanere in servizio coloro i quali svolgevano "attività di supporto a garanzia dei servizi essenziali" negli uffici di diretta collaborazione del Ministro, nonché degli uffici dei Capi Dipartimento e dei Direttori Generali. Inoltre, nella sala polivalente ove si stava tenendo un seminario formativo, sembrerebbe che ai partecipanti sia stato "consigliato" di permanere nell'aula sino al termine dell'evento, con la motivazione che non vi sarebbe stato alcun pericolo concreto per gli stessi. A seguito di quanto sopra esposto, non possiamo non porre alcuni quesiti: 1.Ai sensi di quale normativa, o interpretazione della stessa, sono stati accumunati a "essenziali" i normali servizi di segreteria (l'ultima modifica a tale disciplina, inoltre da noi respinta, ci sembrava introducesse altre categorie), in modo da impedire agli addetti di abbandonare il palazzo alla stregua dei loro colleghi? Ma forse si è ritenuto vitale l'esigenza di rispondere al telefono, che di fatto era l'unica operazione possibile visto che i terminali erano ovviamente bloccati, e quindi di importanza anche superiore a quella di garantire l'incolumità dei dipendenti, ricordando che le scale, i servizi igienici e quasi tutti i corridoi erano al buio, e che l'impianto di riscaldamento non era in funzione, con una temperatura di circa 7 gradi centigradi; 2.La circolare non è stata prontamente portata a conoscenza di tutti i dipendenti, in quanto per alcuni dirigenti non è stata sufficiente la comunicazione delle RLS, tant'è che sono occorse anche alcune ore prima che gran parte del personale fossero minimamente informati di quanto disposto; si sottolinea inoltre, che l'abbandono del palazzo è avvenuto con modalità non propriamente organizzate, anzi potremmo dire piuttosto improvvisate. Pertanto ci si chiede se la sede centrale del Ministero dell'Economia e delle Finanze, è dotata di un piano di emergenza, e se si siano mai svolte prove di evacuazione, e se sì quando è avvenuta l'ultima; 3.Inoltre segnaliamo che la sala conferenze era gremita da oltre 150 persone, con alcune persone anche in piedi quindi oltre la capienza consentita, nell'ipotesi che si fosse reso necessario abbandonare la stessa (immaginiamo, ad esempio, che fossero rimasti improvvisamente al buio per l'esaurimento del gasolio del gruppo elettrogeno che alimentata le luci della sala e permetteva di tenere al meglio l’evento), e considerato anche che l'uscita di via Pastrengo, cioè quella più prossima all'aula, era inspiegabilmente chiusa quando la maggioranza delle persone doveva ancora uscire, se malauguratamente qualcuno si fosse fatto male, chi si sarebbe assunto la responsabilità di ciò, anche alla luce di aver indotto decine di dipendenti ad ignorare una disposizione del capo del personale?; 4.Sembrerebbe, ancora che su segnalazione della RLS sul problema di cui al punto 3 il capo Dipartimento responsabile ai sensi del decreto legislativo 81, abbia risposto che “non si può costringere nessuno ad abbandonare l'edificio”; 5.Altri uffici dirigenziali della stessa direzione DAG sembrerebbero aver ritenuto opportuno non applicare il dispositivo di sicurezza. Pertanto, in conclusione avremmo riscontrato che ad una ben determinata situazione, in assenza di un piano ben preciso e collaudato, si sarebbero verificati due comportamenti non compatibili tra di loro. Infatti si sarebbero appurate importanti negligenze da parte di qualcuno, o se la situazione in realtà non era considerata così grave, potremmo paradossalmente parlare di procurato allarme da parte di altri soggetti. In attesa di conoscere i provvedimenti che la signoria Vostra adottare, sia nei confronti dei soggetti responsabili che delle misure future da adottare, si porgono distinti saluti.

Roma, 30 novembre 2015

               Valerio ROMITO                                                                 Andrea G. BORDINI

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