LA TEORIA DEL POLLO

In una nota poesia di quasi un secolo fa, Trilussa definiva la Statistica come quella cosa per cui se qualcuno mangia un pollo e qualcun altro no, in media hanno mangiato mezzo pollo ciascuno.

Oggi, con una più evoluta cultura della statistica che prevede una serie di variabili matematiche, ambientali e sociali, non si incorre più, nel calcolo delle medie statistiche, in certi tipi di risultati ingannevoli.

O, forse, sarebbe meglio dire non sempre.

Perché capita di imbattersi in certa stampa che, riprendendo uno “studio” effettuato dall’Aran, ci fa scoprire che “nonostante il blocco dei contratti” gli stipendi dei lavoratori statali sarebbero più alti del 23,4% rispetto ai privati, con una media retributiva pro-capite, per il 2014, di € 34.286.

Questo dice la statistica. Con la logica di Trilussa, però.

Perché è chiaro che  se, per onestà intellettuale, la stessa Aran e la testata giornalistica fossero stati più trasparenti nel dichiarare il contenuto del “paniere” che ricomprende, evidentemente, ogni incarico di tipo pubblico, dai magistrati ai super manager di nomina diretta dell’autorità politica di turno, ecco che chiaramente la media magicamente cresce, e scopriamo che un impiegato ministeriale guadagnerebbe mediamente oltre 2000 euro al mese. Dunque non mezzo pollo, ma caviale e champagne!

Se poi aggiungiamo che lo stesso articolo non si limita a riportare il dato “statistico”, ma non esita ad aggiungere che “Alla luce di questi dati si capisce che il monte salari dei dipendenti pesa in maniera considerevole sui conti e quindi allo Stato conviene tirare la cinghia e procrastinare il rinnovo dei contratti”, allora capisci che probabilmente Trilussa non c’entra nulla, e che ci troviamo, ancora una volta, nel bel mezzo di una squallida campagna denigratoria ordita da chi dovrebbe semplicemente rispettare una sentenza di un organo costituzionale ed aprire i tavoli di contrattazione per ridare un minimo di potere d’acquisto ai VERI salari pubblici, ed invece preferisce servirsi di chi in realtà dovrebbe occuparsi di concertazione, oltre che di certa stampa serva, al solo bieco scopo di creare ulteriori tensioni sociali nella pubblica opinione, riportando in auge la figura del fannullone strapagato come pretesto per continuare illegalmente ad evitare qualsiasi confronto con le parti sociali.

La si smetta una volta per tutte di cercare scappatoie mediatiche per cercare di rinviare sine die ciò che non è più rinviabile: il rispetto delle regole, e soprattutto il giusto riconoscimento ai lavoratori pubblici, ormai da troppo tempo vessati ed insultati oltre ogni decenza.

E per i “giornalai” a caccia di statistiche: andassero a verificare di quanto sono cresciute le retribuzioni di Palazzo Chigi. Altro che mezzo pollo…

 

Andrea Bordini                                                      Valerio Romito

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