Da anni oramai il servizio pubblico e i suoi dipendenti sono sotto assedio mediatico. Il messaggio che si vuole far passare è che il bicchiere per noi dipendenti pubblici non è mai mezzo pieno … ma è sempre totalmente vuoto.
Secondo noi, invece, la misura è colma! Siamo stanchi di essere additati come i responsabili del cattivo funzionamento dell’apparato pubblico. Siamo stanchi dei pregiudizi verso di noi e della totale indifferenza verso le nostre reali situazioni lavorative.
Non vogliamo entrare nel merito di come si debba realizzare la grande riforma pubblica, tanto auspicata come una sorta di El Dorado quanto mai realmente pianificata nel lungo termine e, in realtà, di fatto parcellizzata in miopi e parziali riforme che, appena avviate, vengono poi abbandonate appena la luce dei riflettori si attenua un po’.
Finora i cambiamenti di scenario hanno paradossalmente rafforzato il lato positivo dei lavoratori pubblici. Hanno aumentato la loro consapevolezza di essere cittadini e hanno rafforzato la voglia di superare gli innumerevoli ostacoli derivanti da un’insufficiente formazione, da inadeguati aggiornamenti, da un "malessere" organizzativo e da risorse scarse e male allocate. In un quadro complessivo che, nonostante tutto, non ha pregiudicato il servizio erogato al cittadino. Servizio che è sì cambiato, come è mutato il "senso dello Stato", ma in sintonia con le esigenze qualitative della società.
Tante volte sentiamo magnificare l’utilizzo di internet o di voci amiche virtuali finalizzate a evitare le inutili file agli sportelli pubblici del cittadino, con conseguente abbattimento dei costi (anche se sarebbe auspicabile che i risparmi venissero poi finalizzati a una redistribuzione delle risorse per migliorare il servizio anziché impoverirlo). Poche volte invece leggiamo articoli che descrivono l’impegno di tanti dipendenti pubblici “normali” che quotidianamente si prodigano dietro lo sportello per dare informazioni a tutti i cittadini. Bisognerebbe elogiare questo diffuso spirito lavorativo, da sempre in prima linea e baricentro dello Stato. Quasi sempre, invece, si preferisce indugiare sulle immagini stereotipe del dipendente pubblico a spasso fuori della sua sede di servizio con le buste della spesa o che si fa timbrare da altri il cartellino. Giusta e ineccepibile la condanna dei disonesti ma sleale la rappresentazione che solamente quella sia l'immagine del lavoratore pubblico.
Questa oramai è un'immagine datata, una foto ingiallita. La PA ha da tempo introdotto strumenti innovativi che hanno superato anche quella visione del dipendente fantozziano ricoperto di pratiche sulla scrivania. Oggi si lavora con documenti informatici, firma digitale e autografa, certificazione delle chiavi di accesso, posta elettronica certificata, Workflow documentale, dematerializzazione del cartaceo e protocolli informatici... noi siamo stati pronti a raccogliere le sfide, armati solo della professionalità (che ci siamo conquistati da soli sul campo) e del nostro impegno, malgrado tutto. Malgrado anche, ad esempio, il mancato rinnovo contrattuale...
Siamo pronti ad affrontare ogni sfida, dal Project Management al Business Process Reengeneering, dal New Public Management al Public Governance ... il futurismo pubblico non ci spaventa ... le conseguenze ancor meno ... le riforme prospettate sembrano essere come il cubo di Rubik: migliaia di possibili e anche elementari combinazioni che, però, non tutti sanno risolvere e per questo gli esiti possono essere disastrosi...
I tentativi che si susseguono di anno in anno per raggiungere lo scopo prefisso, somigliano ai tentativi del Capitano Achab di catturare Moby Dick, la grande balena bianca (la grande riforma del pubblico, nel nostro caso)... si fa finta di inseguirla e, visto che non si riesce a raggiungerla, quale soluzione è più facile e immediata che prendersela con il dipendente pubblico? ... Non si catturano le balene bianche ma i pesci piccoli si...
Le politiche pubbliche e i media dovrebbero ravvedersi e considerare che il dipendente pubblico rappresenta un valore sociale da difendere per tutta la comunità e valutare quindi le opportune politiche che consentano di coniugare una PA di qualità e al servizio del cittadino con il rispetto e la valorizzazione della reputazione sociale del lavoratore pubblico.
Tanti anni fa, nel film “Policarpo ufficiale di scrittura”, il regista Mario Soldati fece interpretare a Renato Rascel il ruolo di un impiegato ministeriale della Roma umbertina, straordinario e diligente ma i cui eccessi di zelo non evitarono di attirargli l'antipatia del suo intollerante capo sezione…
Quindi che la buona volontà di molti rappresenti orgogliosamente il lato positivo del pubblico dipendente.
Roma, 02 marzo 2015
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