A distanza di quasi quattro anni dalla soppressione delle Direzioni territoriali, con contestuale trasferimento delle funzioni e di parte del personale alle Ragionerie territoriali, ancora si attende indicazioni sull’assetto organizzativo interno da dare a questi uffici. Quali e in quanti servizi devono essere articolati? Ma ad oggi nessuna risposta dagli uffici centrali della Ragioneria che forse non sono in grado di stabilirlo. In assenza di indicazioni dalla “casa madre”, ogni sede negli anni ha cercato di organizzare “in libertà” il proprio ufficio con esiti talvolta grotteschi (si è assistito a un proliferare di stravaganti invenzioni quali “uffici legali”, “segreterie particolari”, ecc...).
A ciò si aggiunga l’esilarante, se non fosse per le gravi ricadute, invenzione delle “Piante organiche regionali”, prevista dalla lettera e) del secondo comma articolo 1 del D.M. 17/07/2014. Abbiamo già fatto rilevare all’amministrazione (comunicato “piante organiche e pesature uffici” del 4 novembre 2014) tutte le incongruenze e i disagi che tale incomprensibile scelta comporta e che di seguito riproponiamo:
Come si faranno ad assegnare gli obiettivi specifici ai dirigenti senza sapere se questi dispongono o meno di adeguate risorse umane?
- Come si procederà alla pesatura degli uffici senza disporre della pianta organica teorica?
- Come si potrà erogare gli incentivi accessori del personale che sono legati agli obiettivi d’ufficio?
- Come si farà a valutare le domande di trasferimento da una sede all’altra senza conoscere se esiste o meno il posto libero in organico?
- Si rigetteranno forse istanze di mobilità/comando in ingresso su sedi oggettivamente e disperatamente carenti a causa degli esuberi a livello regionale?
In assenza di un’organizzazione su base regionale, quale invece si riscontra in altre amministrazioni con la presenza di direttori regionali o compartimentali, non si può capire com’è possibile che sia stata fatta una simile scelta. Tutti gli interrogativi ad oggi sono senza risposta! Paradossalmente pare esista una versione “ufficiosa” degli organici di ciascuna RTS, sulla scorta della quale “confidenzialmente” viene rivelato ai direttori se esistano o meno posti vacanti presso il proprio ufficio.
In questi ultimi mesi sono invece finalmente arrivati i “nuovi” computer, attesi “soltanto” da oltre dieci anni. Fino ad oggi si è infatti lavorato con veri e propri reperti archeologici (inizio anni 2000) dotati di 512 MB di RAM, incessantemente bisognosi di assistenza. Ma la beffa più grande è avvenuta proprio con l’arrivo dei nuovi pc che sicuramente possono risalire a quattro/cinque anni fa, considerando che negli store informatici sono venduti computer quad core con memorie di massa a stato solido. D’altronde la stessa normativa (articolo 17, comma 20, L. 127/97) prevede che il valore dei beni e delle apparecchiature di natura informatica è ammortizzato nel termine massimo di cinque anni dall’acquisto. Se a questo si aggiunge la considerazione che, con questo metodo, per la prossima fornitura si dovrà probabilmente attendere il 2026, il futuro non appare certo roseo…
…intanto, mentre il poco personale rimasto è intento a fissare gli schermi in attesa che gli applicativi rispondano, cercando di fronteggiare l’assalto delle decine di migliaia di amministrati in ciascun territorio, nuove competenze vengono affidate a ritmo incessante senza l’erogazione di alcuna formazione frontale, divenuta ormai dopo la chiusura della SSEF, un lusso riservato forse a qualche soggetto delle sedi centrali. Inoltre, l’ultima immissione di nuovo personale risale a metà degli anni novanta, con il risultato di avere un’età media di circa 55 anni!
Ma questi uffici sono ritenuti utili o no dal decisore politico che dovrebbe essere “guidato” dai vertici burocratici?
Davvero non lo si comprende. Da un lato, infatti, si affidano sempre più nuovi compiti, dall’altro si fa di tutto per impedire il funzionamento e chiudere quante più sedi possibile. Dopo la chiusura delle Ragionerie regionali, delle Direzioni Territoriali, e quella recentissima delle dieci Ragionerie, stiamo infatti per assistere ad una ulteriore “purga” che ridurrà il numero delle RR.TT.SS. ad appena 87 sedi dirigenziali! A chi toccherà? I criteri seguiti, ovviamente, non appaiono certo quelli di un’attenta analisi dei bisogni dei territori, basti pensare a quello, aberrante, degli edifici in locazione!
Certo, ci piacerebbe conoscere il pensiero del Ragioniere generale su queste e altre problematiche, ma (come purtroppo già avvenuto con il suo predecessore) non abbiamo mai avuto il piacere di incontrarlo né al tavolo sindacale né, tantomeno, in un ufficio periferico!
Roma, 23 febbraio 2015 Il Coordinatore Generale
Andrea G. BORDINI
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