Cari lavoratori e lavoratrici,
da un po’ di tempo non scriviamo sulle questioni che riguardano le Commissioni Tributarie e non perché ce ne siamo dimenticati o non siamo più in prima linea, anzi, continuiamo a essere sempre attenti alle questioni che riguardano il nostro status specifico, ma in questo momento l’attenzione è rivolta a valutare e combattere le innumerevoli campagne mediatiche e ingiuriose che si abbattono contro i lavoratori pubblici.
Nel nostro piccolo mondo lavorativo da sempre abbiamo garantito un equo servizio pubblico e perciò dobbiamo essere orgogliosi di quanto abbiamo svolto e svolgiamo come lavoratori delle Commissioni Tributarie, che oltretutto negli ultimi anni hanno fatto i conti con importanti cambiamenti non tutti positivi. Malgrado ciò, svolgiamo quotidianamente il nostro lavoro in modo professionale, facendo leva sulla nostra straordinaria professionalità e sul nostro spirito di collaborazione sopperendo così sia alle esigue risorse umane, sia alla scarsa formazione ricevuta e non di meno ai poco chiari indirizzi che dal livello centrale vengono emanati.
Quanto stiamo vivendo ci porta a veder compresso il nostro ruolo, la nostra stessa dignità di lavoratore stante i continui attacchi mediatici e le notizie che ci vedono ora in via di accorpamento, ora destinati ad altri lidi, provocando una preoccupazione che mina la nostra tranquillità e il nostro stesso impegno.
L’ennesima “riforma amministrativa” provoca preoccupazione dato che tira continuamente in ballo le stesse cose: l’abbattimento salariale, il licenziamento, l’esternalizzazione di alcuni processi, il trasferimento o la mobilità e altro ancora. Tali “sirene” di mobilità del personale delle Commissioni Tributarie le abbiamo sentite da vicino, dato che si parla di far confluire il nostro personale presso il Ministero della Giustizia, tuttavia per i mille motivi che già ampiamente in passato abbiamo espresso siamo contrari e non mancheremo di farlo sapere a chi deve prendere questa o altre decisioni.
I lavoratori pubblici delle CC.TT. non possono essere stritolati per la ridicola esigenza di garantire la famosa terzietà, motivazione fragile e anche qui più volte smontata in punto di diritto che provocherebbe per il nostro personale svantaggi economici e logistici di estrema rilevanza.
Non è veramente concepibile che dopo tanto lavoro svolto alacremente, dopo tanto impegno e professionalità profusi (e si ripete con esigue risorse umane a disposizione) si finisca per subire un tale trasferimento ad altro Ministero che oltretutto sarebbe visto, quasi, come una sorta di punizione da scontare.
Per tutti questi motivi dobbiamo continuare a far sì che il nostro non sia un cammino solitario ma al contrario diventi una strada da percorrere tutti assieme, uniti e pronti a tutelare i nostri diritti di lavoratori pubblici che garantiscono servizi all’utenza di qualità e con estrema rapidità.
Torneremo su questi ed altri argomenti per ora gradiamo lasciarvi con questa affermazione di Goethe:
“… la cosa più difficile è quella che ritieni la più facile, vedere con gli occhi quello che ti sta davanti agli occhi…”
Ecco non sempre quanto è davanti agli occhi è di facile comprensione, tantomeno le ricadute sul nostro lavoro e sulla nostra dignità che continua ad essere ferita e mal considerata.
Non siamo né possiamo essere sempre merce di scambio per scelte politicamente sbagliate quanto non produttive di servizio pubblico di qualità.