CENTRALI: CANDIDATI RSU

Gli attacchi mediatici nei confronti dei dipendenti pubblici hanno l’evidente scopo di delegittimare il pubblico impiego, un settore nevralgico della vita sociale e fondamentale per la democrazia e lo sviluppo del nostro Paese. Noi ci contrapponiamo con forza a una visione stereotipata del dipendente pubblico che non risponde alla realtà quotidiana, fatta invece di tante persone che svolgono dignitosamente con professionalità e umanità il proprio lavoro a stretto contatto con il cittadino.
I lavoratori pubblici devono dare prova di essere uniti, di poter accrescere la loro forza e di essere in grado di preservare quello che loro spetta. Lo abbiamo già fatto lo scorso 12 dicembre con la partecipazione compatta allo Sciopero Generale, punto di partenza per la difesa dei nostri legittimi diritti contro il qualunquismo e populismo. Noi siamo consapevoli di essere dalla parte giusta.
Le nostre priorità sono innanzitutto il rinnovo del contratto e la difesa dei nostri diritti, della nostra dignità e della nostra salute e sicurezza sul luogo del lavoro. Deve essere chiaro che chi lavora va tutelato e non denigrato. E’ inaccettabile che i lavoratori pubblici vengano utilizzati come capro espiatorio per giustificare ciò che non funziona in questo Paese…
Non è il nostro stipendio (non rinnovato da anni e ormai impoverito) ad essere lo scandalo del bene pubblico… Gli sprechi nel pubblico riguardano ben altro:  stipendi d’oro, pensioni d’oro, spropositate consulenze, ingiustificati vitalizi, giungla retributiva, incontrollati appalti e subappalti, inconsistente lotta all'evasione fiscale, capitali all'estero… e potremmo allungare l’elenco.
Non si può condividere la logica assurda, che si tenta di far passare come inevitabile, che la soluzione agli sperperi sia possibile solo tagliando in settori essenziali come quello sanitario o dei servizi pubblici da erogare al cittadino.
Ormai nel diario di bordo della “grande riforma amministrativa” la parola d’ordine è solamente quella di non rinnovare il contratto dei pubblici dipendenti, tagliare indennità e tredicesima, introdurre mobilità e licenziamenti!
Si parla sempre più spesso di esternalizzazione delle attività e dei servizi della Pubblica Amministrazione italiana, indicandola come la panacea di tutti i mali, proprio mentre in molti paesi (dove l’esternalizzazione è stata praticata anni orsono) sono ormai ben visibili i fallimenti generati dal ricorso all’outsourcing. Si evidenziano solo i vantaggi di questa tecnica gestionale mentre i rischi vengono eclissati ad arte, senza studi di fattibilità che ne pesino la convenienza economica e che soprattutto ne appurino gli effetti sociali collaterali. Spesso, alla fine di queste cosiddette azioni riformatrici la constatazione finale è:  “l’intervento è perfettamente riuscito … peccato che il paziente sia morto!”
La verità è che nel settore pubblico i concetti di beneficio e di costo non possono essere semplicemente ricondotti a quelli di meri flussi finanziari: occorre analizzare l'efficacia del servizio, la qualità della prestazione, l'impatto sull’universo osservato.
A proposito di quella che può essere definita come “l’ossessione contabile” di molti presunti riformatori, un lungimirante e illustre economista italiano già negli anni Ottanta dichiarava:
sciaguratamente al posto degli uomini abbiamo sostituito i numeri e alla compassione nei confronti delle sofferenze umane abbiamo sostituito l'assillo degli equilibri contabili"
e ancora:
a trent’anni precisi dalla firma della Carta Costituzionale, si può chiedere ai responsabili della politica economica che, nelle loro scelte quotidiane, ricordino più spesso (in verità, imparino a ricordare) che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini”(Federico Caffè).
Ora più che mai è il momento di non voltarsi dall’altra parte, di affrontare la realtà e con fierezza affermare di essere orgogliosi della nostra condizione di lavoratori pubblici al servizio e al centro dello Stato, in quanto noi siamo il fulcro essenziale dello stesso e non il male da estirpare.
Certo noi non possiamo cambiare il vento, ma possiamo dirigere le vele per disegnare una nuova rotta...
Difendiamo insieme, coesi e con vigore, i nostri diritti, la nostra dignità, le nostre professionalità
Intraprendiamo questo percorso insieme:
i diritti dei lavoratori sono i nostri argomenti!