APPOCUNDRIA…

Il passaggio da un anno ad un altro impone, quasi fisiologicamente di trarre un bilancio di ciò che è stato, ma soprattutto di formulare auspici per quello che (si spera) potrà essere. Dunque cosa è lecito aspettarsi dal 2015? Ad analizzare le premesse, verrebbe da dire nulla!
Affrontiamo il sesto anno consecutivo senza un rinnovo contrattuale. Un anno che così ci vedrà ancora un po’ più poveri, perché il blocco vale per i salari ma non per le tasse e le bollette; un anno che ci renderà un po’ più ignoranti, perché la chiusura delle sedi distaccate della Scuola Nazionale dell’Amministrazione renderà quasi utopistica, per il personale, la possibilità di usufruire di quella formazione continua che dovrebbe essere pressoché automatica; un anno che ancora una volta non ci vedrà professionalmente gratificati, perché i passaggi tra le aree ormai non esistono più, mentre le progressioni economiche sono, al pari dei contratti, bloccate in maniera inopinata ed inspiegabile, visto che sarebbero finanziate dal FUA, e dunque da soldi nostri; un anno ostile, che vedrà nascere a breve un’ennesima “riforma” del pubblico impiego le cui avvisaglie sono già note e dolenti, sospinte dalle solite campagne diffamatorie e giustificative, non ultima la vicenda dei vigili urbani di Roma, che ha visto una dura vertenza contrattuale essere mediaticamente falsificata, stravolta e manipolata per divenire il solito esempio di dipendenti pubblici fannulloni, falsi malati e, dunque, da “punire” in maniera esemplare; un anno che ci vedrà meno presenti, poiché per la prima volta nella storia di questo Ministero, ci saranno 10 Ragionerie in meno, ci sarà meno Stato radicato nei territori, e conseguentemente ci saranno altrettanti uffici, già provati anni addietro dal mini-esodo verso i Monopoli e dal blocco del turn over, ancora più gravati di lavoro, e tanti, troppi colleghi che, per salvaguardare la serenità delle proprie famiglie, per evitare sfiancanti pendolarismi saranno costretti ad emigrare verso altre amministrazioni e, dunque, ad essere derubati del loro spirito di appartenenza.
Ed è proprio quello spirito di appartenenza che, però, ci spinge comunque ad andare avanti, a resistere, a compiere il nostro dovere lealmente e professionalmente, ed a garantire, nonostante tutto, il buon funzionamento della macchina pubblica. E soprattutto ad essere ottimisti e a non gettare la spugna, quando sarebbe più facile e comprensibile arrendersi alla rassegnazione, allo scoramento, all’apatia o, per usare un termine tratto dal titolo di un brano di quel grande cantautore che da qualche giorno ci ha prematuramente lasciati, all’“appocundria”. Perché in tutti questi anni lo abbiamo sempre fatto, e così abbiamo sempre risposto a tutti coloro che ci insultano, ci denigrano, che tentano di farci apparire come in realtà non siamo, di farci scomparire e puntualmente non ci riescono. Ed è per questi valori, per questa tenacia che la UILPA-MEF è fiera di rappresentare questi lavoratori, e che continuerà a farlo mettendoci tutta se stessa attraverso i suoi rappresentanti, siano essi Coordinatori Generali che RSU fino al Rappresentante Aziendale dell’ultimo degli uffici, tentando di ottenere ciò che appare impossibile ma che, come in passato, con il lavoro e la tenacia, può diventare possibile.
Perché, in fondo, “tanto ll’aria s’adda cagnà”…

Roma, 14 gennaio 2015                                                       Valerio ROMITO


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