VANNA MARCHI E IL RICORSO FARSA

A distanza di giorni, alcune sedicenti OO.SS. continuano a inviare e-mail, invitando ad aderire ad un ricorso, a nostro avviso “farsa”, contro l’ormai famigerato concorso per il reclutamento di 179 unità di Area III/F1 presso il MEF, ovviamente previa, come già avevamo sottolineato in precedenza i lavoratori, adesione al sindacato stesso.
Ancora sottolineiamo la totale mancanza di scrupoli e di sensibilità, di chi è evidentemente terrorizzato dalle conseguenze provocate dal recente accordo sulla rappresentatività delle OO.SS..
Queste pseudo associazioni continuano ad illudere i colleghi facendo leva sulle loro legittime aspirazioni di carriera, continuamente ed ingiustificatamente disattese da leggi e regolamenti, con la stessa attendibilità di chi in tv dà i "numeri sicuri" per vincere al superenalotto.
E non lo diciamo tanto per dire, ma con dati di fatto:

  • il ricorso giurisdizionale avverso un bando di concorso pubblico proposto da dipendenti che non abbiano presentato la domanda di partecipazione è, per giurisprudenza costante, inammissibile per difetto di interesse;
  • la previsione di un voto minimo di laurea (105/110) può essere certamente considerata discutibile da un punto di vista opportunistico e funzionale rispetto alla posizione per cui si concorre, ma non di legittimità, in quanto espressamente previsto dall’art.3 del DM 30 dicembre 2008, che disciplina l'accesso alla qualifica di dirigente e di funzionario nel MEF attraverso lo speciale corso-concorso pubblico unitario bandito e curato dalla Scuola Superiore dell'Economia e delle Finanze; analogamente, la riserva di posti per il personale interno è prevista come "possibilità" e non come obbligo;
  • fare un parallelo con il concorso riservato a 30 unità - profilo informatico area III F1, che non contempla un voto minimo di laurea e prevede una riserva di posti, è fuorviante, poiché tale procedura è stata bandita direttamente dal MEF, e dunque non rientra nella citata normativa riservata ai concorsi della SSEF;
  • analoghi ricorsi avverso procedure praticamente identiche son stati recentemente respinti dai giudici amministrativi.

È ovvio che non possiamo condividere l'atteggiamento di un’Amministrazione che, quasi considerandola quale "mission" istituzionale, continua ad assumere decisioni penalizzanti nei confronti del suo personale, e senza dubbio ciò va combattuto con tutte le forze, ma nei modi e nelle sedi opportune.
La domanda che si devono porre i lavoratori è la seguente, perché quest’associazione chiede una quota per l’avvocato e l’iscrizione? Visto che dichiarano di tutelare esclusivamente gli interessi dei dipendenti, consigliamo ai lavoratori di proporre agli stessi il versamento della somma per il ricorso e l’iscrizione all’eventuale sentenza positiva.
Noi abbiamo sempre agito, agiamo ed agiremo, forti del consenso e del sostegno di tutti coloro ai quali cerchiamo (e per fortuna spesso ci riusciamo) di dare risultati concreti e soluzioni credibili.
E la credibilità la si conquista, non la si vince al superenalotto.

Roma, 13 febbraio 2014                                                 Il Responsabile Nazionale
                                                                                           Valerio ROMITO