CONCORSO AREA III/F1 - PULCINELLA E' SEMPRE ATTUALE

L’indizione, da parte del MEF, del concorso per il reclutamento di 179 unità di Area III/F1 ha destato, com’era prevedibile, sentimenti di delusione, collera e sfiducia tra le migliaia di colleghi che da anni aspettano, invano, di avere la possibilità di realizzare il loro inviolabile diritto all’avanzamento di carriera all’interno del proprio dicastero.
Giudichiamo inopportuno e inappropriato l’atteggiamento che dimostra l’Amministrazione per la mancanza di riserva dei posti per il personale interno del MEF, sia per non aver tenuto conto dei 150 idonei ex MEF e dei 40 idonei ex DPF dei concorsi area III/F1 (ex C1) (risalenti agli anni, rispettivamente, del 2010 e del 2008) che per non aver considerato le situazioni dei colleghi retrocessi per sentenza.
Allo stesso tempo, però, restiamo basiti di fronte ai comportamenti di altre organizzazioni sindacali che, allo scopo di recuperare una rappresentatività che non possiedono, non hanno remore nel confezionare false illusioni al personale, proponendo loro inverosimili ricorsi allo scopo di modificare il bando, peraltro già pubblicato, relativamente al voto di laurea, e che lasciano ancora una volta nel dimenticatoio quei colleghi non laureati che occupano da tempo immemore la “casella” degli apicali (che dovranno mantenere, finché avrà vita l’attuale normativa).
Per i ricorsi promossi in altre occasioni, il giudice non ha sospeso i bandi in attesa di entrare nel merito, anzi, le procedure concorsuali sono state ultimate e i concorrenti assunti.
A nostro avviso, quindi, è necessario combattere la norma che permette oggi all’Amministrazione di agire come datore privato (DM 30 dicembre 2008 e D.Lgs. 150/2009): noi lo abbiamo fatto e continueremo a farlo.
Non è giocando sulla pelle dei colleghi che si conquista il consenso: esso va ricercato nella disponibilità quotidiana all’interno dei posti di lavoro, e soprattutto nel proporre soluzioni efficaci e realizzabili, anche quando le stesse appaiono scomode, come scegliere di proclamare uno sciopero (anche da soli) contro le continue vessazioni subite, ormai da parte di tutti i governi succedutisi, dai dipendenti pubblici, o addirittura impossibili, come raccogliere oltre 500 mila firme a sostegno di un DDL per modificare la stessa (non) riforma Brunetta, che è la madre di tutte le umiliazioni e penalizzazioni subite dal personale e, di riflesso, dagli utenti della PA.
L’essere trattati equamente, mantenendo alta la propria dignità e soprattutto con rispetto, passa necessariamente da una presa di coscienza di tutti i lavoratori, chiamati a scuotersi dallo stato di torpore in cui ristagnano da troppo tempo ormai, per fare fronte comune nelle lotte che davvero contano, quali lo sblocco delle retribuzioni e il superamento del D.Lgs. 150/2009, la cui proposta d’iniziativa popolare giace inopinatamente nei cassetti della Camera dei Deputati, e che consentirebbe la ripresa di una vera e seria contrattazione integrativa che punti a valorizzare e gratificare, economicamente e professionalmente, le tante eccellenze operanti nelle sedi centrali e territoriali: solo puntando tutti insieme all’interesse generale e non sempre e solo al particolare, potremo rivedere una luce in fondo al tunnel.
Oggi più di ieri i lavoratori hanno la necessità di concretezza e non di chiacchiere e la nostra O.S., senza fare grandi clamori, ha chiesto più volte ai tavoli formali, insieme alle altre OO.SS. confederali, un incontro che porti a un’intesa (oggi unica strada percorribile) per la definizione dei criteri e la quantificazione delle risorse che necessitano per dare soddisfazione, com’è giusto che sia, al personale interno.

Roma, 21 gennaio 2014                                    I Responsabili Nazionali
                                                                            Valerio ROMITO
                                                                          Salvatore DE LUCA

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