Nel leggere i dati di alcune associazioni siamo seriamente preoccupati, l’ITALIA sta diventando un Paese che ha sempre più poveri e la cosa più preoccupante, che viene fuori, è che il pubblico dipendente sta diventando il nuovo povero. Questo è presto detto dato che
abbiamo subito un blocco di ben 10 anni di rinnovi contrattuali, che speravano di recuperare pian piano, a partire dal 2018, ma la sentenza negativa della Corte Costituzionale, scaturita da un ricorso di un sindacato autonomo, ha messo una pietra tombale su questa opportunità che si era prospettata.
Dobbiamo però affermare che, rispetto alla perdita del potere di acquisto, negli anni successivi qualcosa si era recuperato rispetto all’inflazione corrente. Certo
non era mai capitato un rinnovo contrattuale sempre più al ribasso. Infatti, non è mai successo nella storia del nostro Paese che i sindacati confederali (o meglio, alcuni di essi) NON firmassero il CCNL proposto.
Ognuno avrà i propri motivi per averlo firmato, ma noi non possiamo svendere le aspettative dei lavoratori. Un CCNL che non tiene conto dell’inflazione strutturale e della perdita del potere di acquisto.
Inoltre, non è stato previsto neanche lo sblocco del tetto massimo dei FRD e delle altre risorse e l’aumento del valore nominale dei buoni pasto...fissato a un importo fermo oramai da, oltre a 12 anni.
In sostanza i lavoratori pubblici risultano impoveriti del 10%. Non siamo noi a dirlo, ma sono i dati emersi, e sarebbe sufficiente analizzare l’aumento di richiesta di prestiti per pagare, non le vacanze, ma le spese primarie (università figli, interventi necessari e costosi non chirurgia estetica).
Cari colleghi, riflettiamo quando voteremo alle prossime RSU e quale sigla sta sponsorizzando il collega di turno che ci verrà a chiedere il voto. Ponete la massima ATTENZIONE a chi ha svenduto le vostre esigenze stipendiali e non solo.
Roma 27 novembre 2024
Il Coordinamento