Speravamo che nell’ultima riunione l’amministrazione si presentasse con una bozza di policy prospettica, come è previsto dal CCNL, che ponesse dei paletti, dettasse delle linee guida inequivocabili al fine di rendere, finalmente, saldo e continuativo l’istituto del lavoro agile al MEF.
Purtroppo invece non è stato così, abbiamo ricevuto riscontrato l’ennesima proposta di facciata che registra inevitabilmente la delusione da parte dei lavoratori. Per quanto ci riguarda sarà l’ultima volta che si procederà in questa modalità miope che non rende l’istituto un punto basilare per innovare la modalità di prestazione dell’attività lavorativa.
C’è stata invece la solita pagliacciata del “rinnovetto” dell’attuale policy che rinvia tutti i dubbi alla prossima scadenza di rinnovo. Al MEF abbiamo i furbetti del rinnovino (facile) del lavoro agile!
A ciò si aggiunga che ci sembra di aver letto su qualche volantino che, sostanzialmente, sarà la loro battaglia per la campagna RSU.
Giusto il malcontento e pensano di aver capito che la tematica è molto sentita dal personale… e in tal modo cercano di far breccia come se fosse solo per loro la priorità… Ma attenzione che a cavalcare le onde ci vuole destrezza e abilità… non solo le parole…
Forse bisognerebbe capire che non siamo in politica dove si promette… si promette e si promette… ma si ha a che fare con le esigenze reali dei lavoratori.
Le battaglie vanno condotte a prescindere dalle elezioni della RSU e si dovrebbe essere compatti e uniti a chi tutti i giorni lotta e spinge per ottenere il massimo per il bene dei lavoratori.
Ad esempio come in passato è stato fatto per il fondo di previdenza, per l’aumento dei FRD e del comma 165 o per il recupero degli accessori CRI militari (e speriamo nel più breve tempo possibile anche il personale civile), per il recupero dei differenziali economici da far rientrare sui fondi etc etc.
Non facciamo che la campagna per la RSU, si svilisca e diventi il mercato della vendita delle ossa dei miracolati, questa non è strategia da seguire non è la politica che può piacere, significa non avere a cuore le aspettative dei lavoratori.
Roma 25 novembre 2024
Il Coordinamento