“Pochi, maledetti e subito” è un aforisma che sostanzialmente vuol dire: accontentiamoci del poco che ci stanno proponendo.
Questo è quello che sostanzialmente sta diventando il motto di questo governo, e ovviamente il pubblico impiego non sfugge alla regola.
Ma la cosa che ci lascia più perplessi è che ci sono OO.SS. che invece di proporre al tavolo negoziale dei rinnovi contrattuali dignitosi per il pubblico impiego, sono, incredibilmente, sempre pronte a firmare… ripetendo lo stesso “motto”.
Poi, in seguito, si spendono, inevitabilmente, insieme alla UIL, proponendo battaglie per altre categorie di lavoratori dove la proposta di rinnovo CCNL non è sufficiente… ma è molto più vantaggiosa rispetto a quella presentata per il pubblico impiego.
Pertanto, per altri lo sciopero proposto, e ribadiamo giustamente insieme alla UIL, è a oltranza (50 giorni!), invece per gli statali neanche un giorno di lotta e manifestazione.
Il pubblico impiego non merita la stessa attenzione lo stesso “RISPETTO”? la UIL il 19 ottobre u.s. era in piazza per rivendicare i diritti dei dipendenti della pubblica amministrazione (40.000 manifestanti).
Viene proposto per i lavoratori pubblici italiani il rinnovo contrattuale più basso d’Europa.
Praticamente un CCNL al ribasso che non riesce a coprire l’inflazione e quindi il potere di acquisto degli stipendi continuerà sempre più a diminuire.
Il dipendente pubblico sta diventando il nuovo povero stipendiato, e la cosa è aggravata dal fatto che il datore di lavoro è lo Stato, che dunque dovrebbe tutelare in maggior misura la qualità della vita di famiglie e persone.
Ma peggio ancora, se non ci pensasse lo Stato ci dovrebbero essere le OO.SS. a intervenire e invece oggi (almeno alcune non certo la UIL!) sono già pronte a firmare un CCNL al ribasso.
Ogni giorno riceviamo innumerevoli telefonate dai colleghi che chiedono quando arrivano i soldi degli straordinari o delle varie indennità, che vengono pagate continuamente con ritardo, che oramai sono diventati emolumenti fondamentali per sostenere le tante spese che vanno dai mutui alle bollette, dalle rette universitarie per i figli etc. etc…
E pensare che una volta questi compensi accessori si utilizzavano come risparmi per il futuro dei figli.
Questi sindacati che non mettono come priorità le aspettative ed esigenze delle persone dovrebbero domandare al lavoratore: ma il tuo stipendio ti permette di arrivare tranquillamente a fine mese?
Non sarebbe necessaria questa domanda se tutti i giorni si confrontassero con i dipendenti.
Eppure, anche loro, come noi, alle contrattazioni decentrate chiedono sempre quando si pagheranno gli accessori.
E non crediamo che i dipendenti ci pressino sui termini dei pagamenti di tali emolumenti perché devono programmare le vacanze alle Maldive… forse per loro è diverso …
Inoltre, con i tagli ai ministeri previsti dalla legge di bilancio, già vi annunciamo, che con molta probabilità, ci saranno tagli ai FONDI DECENTRATI DI AMMINISTRAZIONE (FRD).
La UIL sarà in piazza (sciopero generale) anche per questo il 29 novembre p.v.. e gli altri sindacati dove sono? Che fanno?
Cosa si chiede di più rispetto alla proposta portata in contrattazione: la detassazione del rinnovo contrattuale e degli accessori, aumento nominale dei buoni pasto, sblocco dei fondi (oggi propongono addirittura il taglio), pagamento immediato TFR/TFS, superamento vincoli assenza malattia, welfare (anche abitativo), contrattazione dell’ordinamento professionale, assunzioni degli idonei, stabilizzazione dei precari, proroga delle graduatorie in vigore da solo 2/3 anni.
Valutate bene chi vi rappresenta e date forza a chi tutti i giorni combatte insieme a voi e per voi. In questo momento gli interessi collettivi devono tornare al centro delle nostre priorità.
Purtroppo, questa politica (degli ultimi 20 anni con i governi di centro destra e di centro sinistra) ha portato come centralità gli interessi personali indebolendo le azioni collettive che hanno portato a grandi risultati.
Le personalizzazioni non hanno mai portato a nessun risultato, solo ad essere ricattati da chi le ha concesse.
La politica conosce il valore e la forza dell'unità e della coesione, e quindi è meglio e fondamentale dividere. Insieme facciamo paura.
Vogliamo per i lavoratori semplicemente un CCNL serio e dignitoso, per la UIL il motto è solo uno: “LA DIGNITÀ NON HA PREZZO!”.
Roma, 6 novembre 2024
Il Coordinamento