Sulle pagine di alcuni quotidiani nazionali, in data odierna, si leggono interviste ad Amministratori Delegati di grandi società che testimoniano come solo una moderna cultura organizzativa possa portare ad attrarre i migliori talenti del mondo del lavoro. In particolare, la SACE, il gruppo assicurativo direttamente controllato dal MEF, con circa 1.000 dipendenti, dislocati in varie sedi, italiane ed estere, ha rivoluzionato le proprie modalità di lavoro. Proponendo al personale la settimana lavorativa da 4 giorni, smart working illimitato e accesso agli uffici solo per svolgere peculiari attività di gruppo che richiedono la presenza fisica del personale. Il che ipotizza una cultura organizzativa lavorativa fondata sulla fiducia e sulla responsabilizzazione dei dipendenti, così si riporta nell’intervista pubblicata su “La Repubblica” in data odierna. Difatti sembrerebbe che l’armonica conciliazione tra la vita professionale e familiare renda i lavoratori entusiasti e motivati, ma non poteva essere altrimenti dato che il work life balance dovrebbe essere l’aspetto prioritario nella scelta di un’azienda che investe sul proprio personale.
Lo sapevamo e lo abbiamo detto e scritto all’infinito in questi ultimi due anni. Ma ci fa estremamente piacere apprendere che nelle stesse società controllate dal nostro ministero vengano attuate delle attente politiche del personale che richiediamo da anni, anche al MEF, ma che qui vengono inspiegabilmente negate o negoziate al ribasso, (segnaliamo la questione dei fragili che ancora non trova soluzione).
Anche gli accordi faticosamente raggiunti a livello sindacale, con l’avallo dei responsabili politici del MEF, sono quotidianamente oggetto di ostacoli frapposti surrettiziamente dall’alta dirigenza amministrativa, evidentemente meno illuminata di quella che invece opera nelle società controllate.
Qualora l’Amministrazione volesse davvero intavolare una discussione a tutto campo sulla questione, su come modernizzare i metodi di lavoro e come proiettare questo Ministero nel nuovo millennio, noi saremmo pronti, lo siamo già da molto tempo. Nel frattempo, non abbasseremo la guardia e continueremo ad incalzare su questi temi che tanto sono cari al personale del Dicastero, come abbiamo sempre fatto: con serietà e coerenza.
Roma, 29 gennaio 2024
Il Coordinamento