La fine dell’anno è sempre un momento di bilanci e lo sappiamo bene noi del MEF. Come UIL non ci limitiamo a tirare le somme di ciò che si è fatto, ma anche di ciò che si sarebbe potuto fare e su cui continueremo a incalzare l’Amministrazione. Senza autoassoluzioni, con la franchezza che ci ha sempre contraddistinto nel rapporto con gli iscritti.
Inutile negare, ad esempio, che le continue modifiche ordinamentali che hanno interessato il nostro ministero negli ultimi due anni abbiano creato confusione, incertezza e preoccupazione in molti colleghi. Il processo, peraltro, è ancora lontano da una definizione: si dovrà passare da un D.P.R. e da un successivo D.M. prima che la situazione possa stabilizzarsi (forse).
Citiamo prioritariamente l’aspetto delle modifiche all’organizzazione perché queste hanno un impatto su molte questioni ancora aperte. Solo dopo che si sarà concluso il riassetto ordinamentale dei Dipartimenti, delle Direzioni Generali e degli Uffici del ministero, si potrà infatti procedere alla pesatura (per le strutture di nuova istituzione) e alla ripesatura (per quelle che hanno visto mutare le competenze) di tutte le strutture. E questa è, come abbiamo ampiamente illustrato nel corso delle riunioni svoltesi con l’Amministrazione nel 2022 e nel 2023, una delle note dolenti: da ormai quasi due anni si aspetta di porre rimedio ad alcune iniquità palesi, riconosciute da tutti i rappresentanti dell’Amministrazione al tavolo di confronto, esistenti nella graduazione degli uffici. In particolare, ma non solo, con riferimento all’Ispettorato Generale dei Servizi Ispettivi di Finanza Pubblica (IGESIFIP) della Ragioneria Generale dello Stato. Ci è stato sempre garantito che alla “dimenticanza” che ha riguardato l’IGESIFIP nel processo di ripesatura degli uffici si sarebbe posto rimedio in uno degli emanandi DM di riorganizzazione. Anche con riferimento alla penalizzante graduazione di alcune Ragionerie Territoriali ci era stata fornita assicurazione di un “prossimo” intervento. Abbiamo sinora atteso invano. La riorganizzazione che avrà corso nel 2024 rappresenterà il banco di prova delle intenzioni dei vertici amministrativi e politici di questa Amministrazione: alle rassicurazioni e alle promesse devono seguire i fatti! È necessario che venga fatta chiarezza sulla reale volontà di valorizzazione del corpo ispettivo del MEF, che gode di generale apprezzamento e stima tra tutte le amministrazioni dello Stato con cui si relaziona, ma che non sembra beneficiare di altrettanta considerazione in via XX Settembre. Resta infatti, se non il solo, uno dei pochi corpi ispettivi della P.A. a cui ancora si applica il disposto dell’art. 1, comma 213 della legge 23 dicembre 2005, n. 266. Anche in questo caso, nonostante le rassicurazioni fornite alla UIL dall’Amministrazione, nulla è stato fatto per il superamento di tale incomprensibile discriminazione, che porta i nostri colleghi ad effettuare ispezioni congiunte con altri corpi ispettivi di amministrazioni per cui non vige più tale previsione normativa. La UIL ritiene non più procrastinabile un intervento dell’Amministrazione in tal senso. Altrimenti si dica chiaramente che non si intende fare nulla per la risoluzione di tali inique situazioni, in modo che ciascun collega possa prendere, in piena consapevolezza, la decisione di cambiare incarico.
La mancanza di certezze e le relative conseguenze riguardano altresì i colleghi che lavorano negli UCB e nelle Ragionerie Territoriali, strutture che operano, in molti casi, con una carenza di personale ai limiti del gestibile. Solo l’abnegazione dei colleghi dirigenti e di tutto il personale delle strutture interessate riesce a garantire il mantenimento degli alti standard qualitativi a cui siamo abituati, ma prima o poi la corda rischia di spezzarsi. E che dire dei dirigenti dell’ex Dipartimento del Tesoro? Ci sono alcuni colleghi che ancora operano in strutture e uffici non più menzionati in quella che dovrà essere la nuova organizzazione dei dipartimenti del Tesoro e dell’Economia. È troppo chiedere garanzie sul loro futuro lavorativo senza ottenere risposte vaghe e dilatorie?
Un altro aspetto spesso sottovalutato è quello relativo alla formazione e all’aggiornamento professionale della dirigenza. Nel corso dell’anno che sta per terminare abbiamo spesso raccolto e veicolato all’Amministrazione le legittime richieste dei colleghi affinché vengano organizzati e resi fruibili corsi attinenti alle competenze del proprio ufficio o aventi una particolare rilevanza per le attività da svolgere. Ancora una volta non si comprende invece quali siano i criteri con cui si definiscono i corsi (scelta da un catalogo predefinito?) né quelli con cui vengono selezionati i discenti. Chiediamo all’Amministrazione di avviare un confronto globale su tale fondamentale aspetto dell’attività lavorativa.
In relazione al lavoro agile, ricordiamo che le indicazioni fornite sinora si applicano al personale dirigente “per quanto compatibili e nell’attesa della regolamentazione dell’istituto nel nuovo CCNL di categoria”.
La recente sottoscrizione definitiva del CCNL può essere l’occasione per affrontare e risolvere le molte questioni aperte o, auspicabilmente, per arrivare alla definizione di un contratto integrativo di amministrazione in cui si possano definire tutti gli aspetti del rapporto di lavoro in una visione bilanciata e d’insieme. Servirebbe coraggio e responsabilità; se l’Amministrazione volesse procedere in tale direzione noi saremo pronti a collaborare, nel rispetto delle prerogative di ciascuna parte, con l’obiettivo di dare certezze a tutta la dirigenza del Ministero.
Last but not least, un commento generale sulla postura della nostra controparte, ammesso che sia una sola, ai tavoli delle relazioni sindacali. Non possiamo non riconoscere, ed anzi lo facciamo con soddisfazione, l’elevata professionalità e dedizione con cui una parte dell’Amministrazione si è prodigata nel comune interesse e nella salvaguardia delle prerogative, anche economiche, del personale del ministero.
Tuttavia, permangono vischiosità a livello informativo di cui francamente non capiamo la ragione. Quante volte, ad esempio, le nostre richieste d’informativa sono rimaste inevase? Che si trattasse di trasferimento di sedi lavorative piuttosto che del conferimento di incarichi a personale esterno, nulla di ufficiale è stato comunicato. E purtroppo, ma inevitabilmente, nell’assenza di comunicazioni o dati certi, proliferano e in alcuni casi prosperano, i cosiddetti “bene informati” e circolano le più fantasiose “voci di corridoio”. Tutto ciò non contribuisce di certo alla serenità dei dirigenti e del personale. La UIL ha sempre dimostrato ai tavoli di essere una controparte seria e affidabile; anche quando non abbiamo sottoscritto accordi, lo abbiamo fatto esprimendo le nostre ragioni con chiarezza e dovizia di motivazioni. Ci siamo sempre approcciati al tavolo di confronto avendo l’intenzione di porre in essere un proficuo scambio di opinioni e portando le nostre proposte migliorative sulle singole questioni all’ordine del giorno. Purtroppo, spesso l’atteggiamento dell’Amministrazione è stato quello di presentarsi con una proposta “prendere o lasciare”, che non ha consentito alcuno spazio per modifiche di quanto già predisposto. Non è questo il nostro modo di intendere il confronto e ne abbiamo fatto ampiamente stato nel corso degli ultimi incontri.
È con l’auspicio che le molte questioni su cui dovremo relazionarci nel corso del prossimo anno vengano affrontate con uno spirito diverso e definite con tempestività, che formuliamo a tutti i migliori auguri di serene festività natalizie e di buon anno.
Il Coordinatore Generale Il Responsabile Nazionale Dirigenti
Andrea Bordini Boris Virili