Passaggi tra le aree: ma non per tutti?

Su questo tema la nostra O.S. ne ha già sentite tante e troppe ma l’ultima che ci è pervenuta è veramente senza senso e fuori luogo, specie poi se il comunicato fosse stato rivolto nei nostri confronti. Il tutto scaturisce dalle discussioni avute per l’elaborazione dei nuovi profili professionali, sviluppati con l’accordo di tutte le OO.SS. dopo numerose riunioni.

Da un comunicato estraiamo questo passaggio:

Abbiamo assistito addirittura al fuoco amico: un’importante organizzazione sindacale che, durante le contrattazioni, ha definito i dipendenti delle Corti di Giustizia come una “piccola nicchia” che non merita un’attenzione specifica.”

Su questo punto, pertanto, riteniamo doveroso richiedere all’Amministrazione alla prossima riunione le registrazioni che testimoniano ciò e le dovute spiegazioni in merito alla questione.

Da chi e quando sarebbe stata sollevata tale questione?

Mentre l’unica proposta avanzata al tavolo dai cd “paladini della giustizia e dell’uguaglianza” era quella di riservare i posti concorsuali dei passaggi dalla seconda alla terza area, previsti dal DPCM assunzioni e dal CCNL (circa 530 per il 2023), ai soli segretari di sezione della corte di giustizia, il tutto motivato da un riconoscimento di mansioni superiori.

Ma da un conto grezzo… e se tanto mi dà tanto a noi risulterebbero essere circa 1.000 i segretari di sezione che dovrebbero beneficiare di questa paventata riserva di posti messi a bando (di cui 600/700 solo di seconda area) e da ciò scaturisce ovviamente che si assegnerebbero i posti a concorso (i circa 530) solo e quasi a tutta questa categoria, escludendo il resto del personale di seconda area (circa 4000 lavoratori, compresi gli stessi colleghi della corte di giustizia che però non espletano funzioni di segretari di sezione).

Diciamo che quindi qualcuno va proponendo che ai blocchi di partenza del bando ci sarebbero 600/700 unità di personale che effettivamente potrebbero gareggiare, giocandosi il jolly, per vincere e gli altri farebbero solo presenza. Ciò significa che non tutti i lavoratori devono avere pari possibilità e aspettative. Anzi facendo così ci sarebbe sempre qualcuno più uguale degli altri.

Forse la proposta è partita da chi ha un diretto interesse al passaggio in una procedura fatta così?

Inoltre, come anche più volte sottolineato dalla stessa Amministrazione, e in punta di diritto il tutto avallato con sentenze passate in giudicato, non esistono in questo particolare caso le mansioni superiori.

La UIL, che vuole pari dignità per tutti e lo sta dimostrando con i fatti, ha proposto all’amministrazione di avere “coraggio” di trovare risorse adeguate al bisogno a bilancio (vedi giustizia art. 21 quater) al fine di riconoscere per identiche situazioni (cancellieri - segretari di sezione) la medesima soluzione.

In tale occasione abbiamo anche fatto capire che tale azzardata proposta l’avrebbero poi dovuta spiegare ai circa 4.500 dipendenti esclusi di fatto dalla procedura!

Per noi, al contrario, i lavoratori del MEF sono tutti uguali e a ognuno deve essere riconosciuta la propria professionalità dopo ben 15 anni di blocco di passaggi tra le aree.

Non possiamo permettere che le speranze professionali dei lavoratori siano illuse oppure eluse creando strane “nicchie” concorsuali riservate a talune categorie.

I lavoratori ai blocchi di partenza devono avere le medesime chance.

Se poi si riuscisse a trovare altre soluzioni extra recependo le necessarie risorse collettive utili … siamo pronti ad accoglierle altrimenti saremmo stupidi oltre che pazzi a non farlo.

A noi risulta, dalla documentazione pervenuta, che in ordine ai profili professionali sono stati assegnati riconoscimenti specifici per tutti i lavoratori centrali e territoriali.

E dopo un accordo firmato da tutte le OO.SS. fa male leggere comunicati divisivi tra i rappresentanti dei lavoratori e i lavoratori stessi, in cui si prospetta di creare nicchie per pochi intimi.

Ci siamo sentiti in dovere di rispondere, anche se non coinvolti direttamente, ma un comunicato che divide non fa il bene del personale.

Che tutto il personale sappia che c’è qualcuno che vuole il lavoratore “più uguale” di un altro, e che crea agitazioni perché come si dice… “nel torbido si pesca meglio”.

Per noi il sindacato è dei lavoratori e nessuno si deve permettere di creare situazioni di diversità di trattamento nelle aspettative professionali dei lavoratori e per tornaconti personali.

Roma, 20 dicembre 2022

                                                                             Il Coordinamento

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