Non possiamo non prendere atto che il risultato finale della graduatoria della valutazione della performance 2018 che ha decretato i sedicenti “bravi, bravissimi…più belli di pria!” del MEF ha lasciato di stucco e il segno come già era stato ampiamente previsto da noi della UIL.
Una graduatoria che ha scatenato la “guerra”, le perplessità e i malumori tra i lavoratori, ma non per la somma irrisoria erogata, ma per il principio su cui si basa questo sistema di (S)valutazione che ruota su un algoritmo che discrimina, è retroattivo ed è farlocco!
Un algoritmo che vede presenti in servizio dei lavoratori anche 321 o 264 giorni (fonte la graduatoria stessa) a fronte di 252 giorni lavorativi.
Che vede più alto in graduatoria non chi effettivamente ha “prodotto”, reso di più o che è più performante, ma solo chi è maggiormente presente in sede che non è indice di maggior risultato.
Inoltre, vorremmo sottolineare che spesso chi si assenta di più (104, donazione, ricovero ospedaliero che dovrebbero essere tutelate visto il contenuto sociale) è in grado di raggiungere carichi di lavoro alla pari o addirittura superiori di altri colleghi più presenti.
A ciò si aggiunga poi una dirigenza che non vuole prendersi la responsabilità di valutare il proprio personale correttamente.
La stessa dirigenza che però quando deve sovraccaricare il solito personale che porta avanti la “carretta” sa benissimo individuarlo senza tenere conto dell’eventuale assenza per motivi familiari o personali, considerandolo presente al 100%.
Per non parlare, inoltre, della modalità di premio di chi sta più vicino al sole visto che questo sistema permette molta, ma proprio molta, discrezionalità.
Qualcuno potrà dire che c’è l’autovalutazione … che vorremmo sottolineare che deve essere convalidata dal dirigente, che si limita nel più dei casi solo a ratificare il voto espresso dal dipendente giustificandosi con la canonica frase: “sono dispiaciuto ma non dipende da me, il sistema è stato elaborato da Roma”.
Questo sistema in sostanza ha creato solo disdegno e avversione tra i dipendenti senza riconoscere chi effettivamente “produca” qualcosa in più degli altri.
Noi partiamo dal fatto che i lavoratori del MEF sono sempre al servizio in modo proficuo e con abnegazione e che, per noi, i ”bravi bravissimi” devono essere quei soggetti che effettivamente hanno superato ogni aspettativa.
Speriamo che presto tutto questo si riesca a fare con un sistema di valutazione serio che sia chiaro e verificabile perché il mistero delle giornate lavorative rimane un mistero buffo!
Come UIL, lo abbiamo sempre contestato, in tutte le sedi anche nell’ultima inerente il POLA (piano organizzativo lavoro agile) e i nostri comunicati parlano chiaro, come è chiaro il motivo per il quale non abbiamo firmato gli accordi che innescato tale sistema.
Oggi si parla di POLA legato alla Performance, se queste sono le premesse non immaginiamo dove si potrà arrivare. Totò esclamerebbe…”ma mi faccia il piacere!”.
Infatti, come abbiamo già evidenziato come UIL, siamo molto preoccupati dei piani attuativi dello stesso e che dovrebbe realizzare questa amministrazione.
Si può iniziare da tale sistema per ripartire le risorse risparmiate con la legge di Bilancio 2021 o per la valutazione per i passaggi tra le aree?
Non è veritiera una graduatoria che vede maturare più giornate lavorative del consentito o che premia, a parità di punteggio e giornate lavorative, in base al minutaggio. Un lavoratore non può essere discriminato per soli 8 minuti (la graduatoria parla chiaro)... non è una corsa campestre quella a cui si sottopongono i lavoratori! Non ci piace un sistema di valutazione che rischia di essere la tragicomica coppa cobram a cui veniva sottoposto Fantozzi!
Una graduatoria tra l’altro deve essere trasparente e rendere verificabile almeno il proprio punteggio.
Ma non si dovrebbe creare benessere organizzativo invece del malessere per creare un sistema di valutazione performante?
Non si può valutare il personale in base al minutaggio, i lavoratori non sono dei “panchinari di lusso”… la dignità non ha prezzo e questo sistema non rispetta minimamente la professionalità dei lavoratori… la svilisce in modo netto!
Un sistema che non premia chi effettivamente porta avanti il servizio ma solo chi è più presente in ufficio in giornate bislacche (e in minuti).
Noi non siamo contrari a verificare chi produce di più ma con un sistema valido e obiettivo e che non sia soprattutto penalizzante e punitivo.
Noi siamo pronti al confronto sul nuovo sistema di valutazione, che l’amministrazione si è impegnata a produrre nei prossimi giorni.
Ma chissà quali studi faranno prossimamente per propinarci un altro sistema di valutazione e quali altre belle parole si prepareranno alle prossime riunioni.
Noi non ci facciamo incantare da chi si vuole mettere solo in mostra, sale in cattedra, ci mette in fila per tre e fa l’imbonitore…incantando soltanto la sparuta minoranza di pochi intimi che si lascia facilmente abbindolare.
In sostanza le pagelline estratte da questa graduatoria ... servono esclusivamente a creare dissapori tra colleghi ... ma forse questo è il vero intento dell’amministrazione.
Un vero sistema di valutazione non può incidere sulla parte economica, in quanto il personale non gode di stipendi ed emolumenti come quelli erogati ai direttori generali, nominati dalla politica.
Un sistema performante deve essere utile per far capire quali siano le potenzialità del proprio personale e quali siano le esigenze formative per migliorare la propria professionalità lavorativa e quindi di conseguenza il servizio reso al cittadino.
Il sistema di valutazione di oggi, che la UIL non ha mai avvallato, crea discriminazioni, malumori e penalizza le fasce deboli dei lavoratori e chi lavora effettivamente, e lo abbiamo sempre affermato e dimostrato non siglando!
Per concludere rappresentiamo che i lavoratori ”ringraziano” vivamente l’amministrazione e le parti sociali che hanno firmato l’accordo permettendo tutto questo, e noi aggiungiamo che adesso si devono assumere anche tutte le loro responsabilità.
Roma 03 febbraio
Il Coordinamento