Nella giornata del 24 giugno c’è stato l’atteso incontro tra l’Amministrazione, la RSU di sede (dei dipartimenti tesoro - rgs – dag – udcap) e le OO.SS. in merito all’orario delle attività lavorative da rendere in presenza, per la progressiva ripresa delle stesse nel nostro Dicastero, in ossequio alla determina n. 61616 dell’11 giugno u.s., alle vigenti disposizioni in materia di lavoro agile, in virtù delle disposizioni emanate al fine del distanziamento interpersonale, nonché per evitare assembramenti in fase di accesso alle sedi e nelle aree comuni.
L’orario presentato, articolato in 5 diverse fasce orarie di 7 ore e 42 minuti, è stato rispedito al mittente dalla RSU, con i componenti Uil in prima linea. Un orario mai apprezzato dalla nostra O.S., dato che presentava varie zone d’ombra. Da quando sarebbe partito tale orario? Per quale periodo temporale? Quale e quanto sarebbe stato il personale potenzialmente coinvolto dal rientro in presenza? Si era tenuto conto di tutelare chi rientrava nelle fasce deboli? Tale rientro graduale era rivolto a tutte le attività, o (come riporta la norma) alle sole attività che si interfacciano con l’utenza? Si prevedeva una rotazione? Quale sarebbe stato il numero massimo di personale consentito per stanza? Quali misure di contenimento del caso sarebbero state adottate? Ci sarebbero stati interventi di sanificazione periodica nei vari locali interessati? È stato organizzato l’adeguato approvvigionamento per la distribuzione dei DPI? Sarebbe garantito il corretto funzionamento degli impianti di condizionamento e di areazione? Il lavoro agile è previsto fino al 31 luglio 2020 (come da art. 87 della Legge n. 27/2020, come confermato dall’art. 90 del D.L. Rilancio o fino al 31 dicembre 2020 come da articolo 263 del D.L. Rilancio stesso) o no?
Segnaliamo anche che c’è sembrata fuori luogo l’assenza dei “coinquilini” del Palazzo di via XX Settembre, (la famiglia DST).
Questi interrogativi nascevano ante discussione, ma durante la riunione le nebbie si sono infittite … il tutto è rimasto ancora più fumoso, perché l’Amministrazione ha confermato quello che già si sapeva, ossia che al momento è tutto in tumultuosa evoluzione … (poche idee e ben confuse!) e allora perché non aspettare a indire la riunione per l’orario? Tra l’altro in sicurezza si dovrebbe essere al massimo in (circa) 500 unità di personale (ora siamo a circa 400).
L’Amministrazione ha ipotizzato un graduale e prospettico rientro del personale in servizio, ma ad oggi non è ancora in grado di stabilirne modalità e tempi. Niente di nuovo sotto il sole …
Lo stesso D.L. Rilancio, in conversione, dovrebbe confermare la modalità agile come attività ordinaria della prestazione lavorativa, fino al 31 dicembre 2020.
Mentre la discussione oggi sembrava orientarsi solo a un rientro dopo il 31 luglio.
Insomma durante l’incontro ci è sembrato di assistere a un’Amministrazione tentennante, che non aveva le idee chiare, che non conosceva bene i protocolli che si stanno aprendo su tali tematiche a livello nazionale con le OO. SS. oppure non teneva conto delle disposizioni vigenti, quali l’articolo 87 della legge 27/2020 o l’articolo 263 del D.L. Rilancio e magari di quelle proposte emendative a tale ultimo D.L., che potrebbero confermare l’estensione dello SW fino al 31 dicembre 2020.
Mentre al contrario abbiamo assistito a chi, salendo sul pulpito, ci ha propinato un sermone moralistico del tutto fuori luogo, una lezione di diritto, da chi non è un fine giurista, anzi arrancava; lezioni in materia di salubrità e sicurezza, non avvalorate dal nulla. E, ciliegina sulla torta, sostenendo che dovremmo rientrare in servizio perché, in finale, i nostri stipendi ce li pagano i contribuenti.
Tale ultima esortazione ci ha fatto trasecolare … Ma come, a fronte degli attacchi mediatici verso i dipendenti pubblici e della difesa da parte della Ministra della Funzione Pubblica … noi veniamo attaccati dalla Capo del Personale? Che tra l’altro opera da sempre in SW? E perché mai? Abbiamo forse noi optato per la modalità di lavoro agile? Abbiamo scritto noi le norme? Non stiamo garantendo i servizi egregiamente, da remoto? Ci siamo noi nascosti dietro al Covid 19? Anzi! Pur di adeguarsi alla situazione emergenziale del momento il personale si è sobbarcato di tutte le spese aggiuntive, per poter lavorare! Con un orario non regolamentato e rinunciando a buoni pasto e a straordinari, con dignità!
Ma di contro le casse dello Stato si sono rimpinguate con tali risparmi!
Riteniamo grave l’affermazione pronunciata e vorremo si potesse esprimere la nostra Ministra della Funzione Pubblica, sempre attenta alle cadute di stile di molti dirigenti.
E cara nostra Capa del personale a lei chi le paga il suo cospicuo stipendio che sicuramente non è minuto come il nostro? E perché è in costante ritardo nell’attuazione di quanto di sua spettanza da anni? Progressioni economiche, procedure concorsuali e passaggi tra le aree non pervenute! Non vorremmo che si possa pensare che il lavoro agile sia l’unico argomento di appannaggio della Capo del personale. Non è vantandosi ad ogni incontro che ha trattato l’argomento … che il mondo lavorativo ruoti intorno ad esso (e a se stessa) … Non siamo terrapiattisti … c’è molto da lavorare su quest’orario, anche relativamente alla sicurezza legata alle misure di contenimento del Covid 19.
Le ricordiamo che noi siamo tra i maggiori contribuenti del nostro sistema fiscale. Non siamo noi gli evasori! O come ci avrebbe voluto fare apparire la Capo del personale i “furbetti dello smart working”!
Insomma non basta la somministrazione di 4 test per garantire il mantenimento minimale delle attività istituzionali di sua spettanza.
Il personale del nostro Dicastero si è sempre contraddistinto per la professionalità e senso di abnegazione, oggi come in passato, e ancora prima della sua venuta.
Perché come si dice a Roma … morto un Papa se ne fa un altro!
Roma 25 giugno 2020
Il Coordinamento