LAVORO AGILE E SERVIZI INDIFFERIBILI

In allegato Lettera Indirizzata

Al Ministro Mef - Ministro per la Pubblica Amministrazione - Sottosegretari - Capo Dipartimento 

 

Come ben sappiamo il nostro Paese sta vivendo uno scenario preoccupante per la situazione epidemiologica a causa del Covid-19 in termini assoluti a livello economico, sanitario e per numero di contagi e di vite spezzate.

Emergenza che fa rabbrividire, e come ha sostenuto il Presidente del Consiglio nel suo ultimo intervento del 21 marzo u.s., occorre dare, in questo contesto, la priorità alla salute pubblica e alla vita che dobbiamo preservare con ogni mezzo.

Le regole dettate dalle varie disposizioni che si stanno susseguendo tumultuosamente (DPR, DPCM, DM e DL, riportate in allegato 1) sono chiare e tese a ridurre e a evitare spostamenti inutili per la salvaguardia della salute e della diffusione del contagio.

Occorre pertanto:

  • Tutelare e mettere in sicurezza tutte le situazioni in cui le unità di personale, o i loro familiari, siano sofferenti di particolari patologie che li rendono esponenzialmente sensibili a un potenziale contagio.
  • Individuare i servizi indifferibili in modo netto, specificando però le attività necessarie specifiche (non nel suo complesso), prevedendo ad ogni modo che le stesse siano svolte in misura minima indispensabile e con il minor impiego di personale, garantendo congrua rotazione dello stesso;
  • Sanificazione degli ambienti di lavoro e dotazioni di DPI;
  • Attuazione del lavoro ordinario in modalità agile fino alla data di cessazione dell’emergenza, concedendolo a tutto il personale;
  • Esenzione dal servizio (art 87 comma 3) senza riduzione della retribuzione per coloro i quali non è possibile ricorrere al lavoro agile per qualsiasi motivazione.

Purtroppo al nostro Dicastero non per tutti sembrerebbe così, dato che ci si arrovella per inventare e disegnare servizi essenziali indifferibili, come se ciò fosse un elemento di prestigio. Non riuscendo a comprendere, malgrado il numero dei contagiati diventi sempre più allarmante, che questo momento storico, che tutti noi stiamo vivendo con inquietudine, è paragonabile solo a un’emergenza data da una guerra di portata mondiale. E in tempo di emergenza si devono adottare provvedimenti emergenziali prioritari e altamente necessari e non trincerarsi dietro cavilli burocratici.

Richiamare o lasciare un lavoratore in servizio con la sua presenza fisica sul luogo del lavoro, senza che ce ne sia bisogno, significa mettere in gioco la vita del dipendente stesso, della sua famiglia e di tutta la cittadinanza, con tutte le conseguenze derivanti.

Sappiamo che al nostro Dicastero siamo in ritardo nell'applicare il richiamato art. 87 comma 3, e che voci di corridoio, ci riportano di applicazioni restrittive del suo disposto, ci auguriamo di essere smentiti.

Per non parlare delle nuove direttive sul lavoro agile che prevedono che sia proposta nuovamente formale richiesta per tale modalità lavoro, attivando un procedimento farraginoso e comportando dei ritardi nella concessione. A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, non vorremmo che ripetere la procedura comporti l’aumento dei numeri dei precettati, non per obiettiva necessità, o per fine emergenza, ma solo per mero prestigio. Non vorremmo che qualche dirigente, in errore, ritenga di utilizzare forme velate di ricatto prima di concedere il lavoro agile o eventualmente l’art. 87 comma 3.

Invitiamo (lettera in allegato anche al ministro) sia il responsabile Capo Dipartimento Degli Affari Generali a vigilare sulla questione e di porre rimedio senza indugi qualora si dovessero verificare evidenti irregolarità, sia tutto il personale a segnalare prontamente qualsiasi forma di abuso in modo da attivare gli interventi opportuni e risolvere le situazioni di chi agisce contra legem

Roma, 22 marzo 2020

                                                           Il Coordinamento

 

 

Alleghiamo:

DL Cura Italia

Regolamento Lavoro Agile

Format istanza Lavoro Agile