Comprendiamo lo stato di emergenza, e gli ultimi sviluppi, per questo abbiamo sempre agito con senso di responsabilità, cercando di fungere da guida per tutti i lavoratori, che rappresentiamo, in un tale situazione del tutto nuova, inaspettata emergenziale ed estremamente grave e drammatica che coinvolge la nazione intera. In tale situazione emergenziale tutti sono impauriti e stressati, andando nel panico e smarrendo anche i giusti comportamenti a cui attenersi a scopo precauzionale. Bisogna anche sottolineare che i dipendenti hanno anteposto al primo posto la sicurezza nazionale piuttosto che i loro interessi personali, eseguendo diligentemente ciò che gli è stato chiesto, e siamo sicuri che continueranno a farlo per l’alto senso civico e rispetto delle istituzioni.
Premesso ciò, è anche corretto da parte nostra segnalare, come parti sociali e rappresentati dei lavoratori, che riscontriamo delle anomalie e delle procedure raffazzonate e incomplete in applicazione dei vari DPCM emanati. Per tali motivi poniamo le seguenti domande alle quali vorremmo ricevere delle risposte che diano risoluzione alle problematiche emerse:
1. Sono stati chiusi tutti gli istituti di istruzione di ogni ordine e grado su tutto il territorio nazionale. Ma da chi dovrebbero essere accuditi i nostri figli e soprattutto quelli in età scolare? Visto che nel DPCM si raccomanda di tutelare le persone più anziane e di non portarli in ufficio. Cosa si intende adottare nel merito? Visto che trapelano notizie di permessi retribuiti in età scolare, con retribuzione ridotta al 30% o con un bonus baby sitter solo parziale? Ci auguriamo che non sia così e che si prendano le dovute misure del caso.
2. La concessione dello Smart Working era fino a 15 giorni lavorativi, mentre i restanti giorni sarebbero da coprire con la fruizione forzata delle ferie. Innanzitutto chiariamo che non a tutti usufruiranno di tali 15 giorni continuativi. Ma a coloro che non usufruiranno dello Smart Working, e con abnegazione, nonostante il pericolo, continueranno a recarsi in ufficio è richiesto ciò per spirito di sacrificio?
Queste sono le tante anomalie riscontrate, a cui chiediamo provvedimenti risolutivi, ricordando che la concessione delle ferie è un istituto riconosciuto dall’articolo 36 della Costituzione, che recita: “la durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge” e “il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.” per il necessario recupero psicofisico. Visto anche lo stress che si sta generando. Difatti occorrerà essere pronti, con le rinnovate energie, per attivarsi a rilanciare l’economia della nostra Nazione, con interventi straordinari al fine di non rischiare una recessione economica.
Quindi perché non concedere, vista la situazione emergenziale, che rischia di far collassare il SSN, e le iniziative “IOSTOACASA” la fruizione dello Smart Working per tutte le giornate lavorative fino a fine emergenza? E magari se fosse necessario chiedere al dipendente di venire in ufficio solo nei casi di necessità e di urgenza? Perché non prevedere delle presenze a giorni alterni? E per i giorni di assenza, perché non prevedere delle adeguate giustificazioni, con causali che rinviino al DPCM, all’art.19, commi 1, 2 e 3?
Attendiamo risposte e risoluzioni immediate, altrimenti, qualora ci fossero gli estremi saremo costretti ad agire per le vie che riteniamo più adeguate a tutela di chi ha già posto gli interessi collettivi davanti a quelli personali, seppur per il bene della Nazione.
Roma, 11 marzo 2020
Coordinatore Generale Il Coordinatore Sostituto Il Vice Coordinatore Il Responsabile Nazionale
Andrea G. Bordini Nicola Privitera Pantalea Anzalone Giuseppe Ruscio