Questa lettera vuole fungere da monito per coloro (politica, amministrazione, dirigenza, aree funzionali) che tentano di operare uno sterile ostruzionismo alle procedure emergenziali da applicarsi volte alla salvaguardia della salute nazionale. Forse non comprendono la gravità dell’attuale momento storico che l'intera nazione sta attraversando.
Oramai è evidentemente chiaro, da quanto è emerso dalle parole del presidente del consiglio; dello stato di emergenza nazionale e della priorità di tutelare la nostra salute personale, quella dei nostri familiari e di tutti i concittadini, seguendo pedissequamente le disposizioni dettate dagli ultimi DPCM.
Al MEF, si veda anche la nota di ieri sera, a tutto il personale, nessuno escluso è stata concessa la possibilità di chiedere il lavoro agile anche se c’è, ove necessario, la necessità di garantire un minimo di presenza in ufficio al fine di erogare il servizio pubblico essenziale. Almeno fino ad oggi.
Prioritariamente occorre quindi restare a casa per la salvaguardia della salute nazionale, come anche la Costituzione impone.
Non possiamo non segnalare però, che ad oggi, abbiamo registrato disomogeneità di trattamento sul territorio nelle modalità di fruizione di tale lavoro agile, che ricordiamo essere di diversa natura, in quanto è temporaneo ed emergenziale. Ci risulterebbe che in alcuni casi che la concessione del lavoro agile sia stata considerata una sorta di premio o una cortesia concessa a mero titolo personale.
La miopia di qualche burocrate rischia di compromettere le disposizioni precauzionali da adottarsi a livello nazionale obbligatorie e necessarie per due motivi: mantenere, al momento, comunque il servizio pubblico essenziale, se non si decida in futuro di chiudere, ma ripetiamo, l’obiettivo prioritario è preservare la salute di tutti i cittadini sul territorio nazionale.
Un sacrificio per il bene del Paese!
Dobbiamo, quindi, agire con logica e celermente. Molto è stato fatto, e con molto impegno da tutti noi, ma non vanifichiamo questo sforzo con chi prescrive cavilli burocratici, facilmente superabili con un po’ di buona volontà, di buon senso e di correttezza. Il Paese lo impone!
Non è il momento di creare panico o allarmismo, ma di agire con serietà e oculatamente. Non si può assistere a dirigenti che non concedono il lavoro agile, senza che ci sia una ragione o che usano forme di ricatto con l’imposizione di erodere le ferie residue in modo coatta prima di concedere l’autorizzazione, in deroga al DPCM del 9 marzo u.s. e alle ultime note del MEF.
Inoltre aggiungiamo che nonostante le procedure urgenti da adottarsi per l’autorizzazione del lavoro agile, in particolare per le sedi territoriali, sembrerebbe che le assegnazioni concesse dai dirigenti debbano comunque aspettare una lunga lista di attesa di autorizzazione, che prevedrebbe altresì un’ulteriore approvazione da qualche burocrate della sede centrale. Ci auguriamo che non sia così e che non sia un pretesto per ritardare la concessione. Pretendiamo fermamente celerità, come per altri uffici è avvenuto, e responsabilità. Qualora fosse solo ritardo invitiamo solertemente ad affrettare la conclusione della procedura.
L’emergenza lo impone e qualcuno sennò ne risponderà!.
Con l’ultima nota del MEF viene a cadere la percentuale della presenza del personale pari al 30% e si invita a una capillare erogazione dell lavoro agile.
Il lavoro agile, non è da intendersi come la concessione di ferie ulteriori, ma è il mezzo di garantire il servizio pubblico e di evitare spostamenti inutili, come richiesto dall’ultimo DPCM COVID-19.
In questa fase emergenziale, rispettiamo scrupolosamente le norme igienico/sanitarie, evitiamo assembramenti, riunioni e manteniamo le distanze raccomandate e gli spostamenti tra le persone.
Per cui alla luce di tutto quanto esposto, responsabilmente, vi chiediamo e invitiamo tutti al rispetto delle "prescrizioni" e di attivare immediatamente le misure previste nei vari DPCM emergenziali.
Chiediamo uno sforzo a tutti i lavoratori, qualora non dovessero arrivare risposte immediate da chi è deputato a farlo e di segnalare le problematiche che emergeranno.
Sarebbe auspicabile la chiusura totale temporanea di tutti gli uffici pubblici (esclusi i servizi essenziali di sanità e sicurezza) garantendo con il lavoro agile il servizio e la presenza dello Stato al cittadino. Ma evitiamo la potenziale esposizione al contagio del personale e dei cittadini. Restiamo a casa, seppur occorra garantire la presenza del personale negli uffici per le attività di coordinamento di tutta la macchina pubblica.
Sarebbe necessario attivare i congedi parentali retribuiti per figli in età scolare senza limiti, come già politicamente è stato annunciato, visto il concomitante provvedimento che ha previsto la chiusura delle scuole, augurandoci che non ci sia nessuna riduzione retributiva contrariamente a quanto annunciato dai giornali.
Questo è un richiamo al senso di responsabilità ed un invito a mantenere la giusta lucidità e calma nel pensare di fare le cose più sensate.
Purtroppo ancora oggi invece c’è stato bisogno dell'ultima nota del MEF per "interpretare" autenticamente quella precedente, ma il tempo è prezioso oltre che tiranno.
Il Covid-19, per coloro che non lo avessero ancora capito, è da affrontare seriamente e necessita di interventi/iniziative rapide, risolutive e anche drastiche.
Siamo sicuri che con l'impegno di tutti e con senso di responsabilità, che ci ha sempre contraddistinto, supereremo questo momento e ci auspichiamo di venirne fuori tutti più fortificati di prima.
Tutti ci attendiamo risposte, concrete e rapide… i lavoratori e la comunità le stanno attendendo e il tempo perso rischia di compromettere le misure emergenziali volte a evitare contatti rischiosi e potenzialmente di espandere il contagio. Il bene del Paese lo impone a tutti noi per la salvaguardia della Nazione!
Roma, 11 marzo 2020
Coordinatore Generale Il Coordinatore Sostituto Il Vice Coordinatore Il Responsabile Nazionale
Andrea G. Bordini Nicola Privitera Pantalea Anzalone Giuseppe Ruscio