Al Ministero dell’Economia e delle Finanze
Ragioniere Generale dello Stato Dott. Mario CANZIO
Via XX Settembre, 97
ROMA
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Oggetto: Missione della RGS.
Il governo ha approvato nella seduta del 4 ottobre un decreto legge (non ancora pubblicato in G.U.) che detta nuove regole finalizzate a riequilibrare la situazione finanziaria di enti locali in difficoltà nonché a favorire la trasparenza e la riduzione dei costi degli apparati politici regionali, nell’obiettivo di assicurare negli enti territoriali una gestione amministrativa e contabile efficiente, trasparente e rispettosa della legalità.
Si tratta di un articolato provvedimento che mira a porre un freno immediato a sprechi ed usi impropri delle finanze pubbliche a livello locale. Seguiranno presto altri provvedimenti che comporteranno una proposta di revisione della ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni al fine di assicurare un assetto razionale ed efficiente, con l’eliminazione di sovrapposizioni e duplicazioni burocratiche e chiameranno regioni ed enti locali a concorrere agli obiettivi di finanza pubblica, al consolidamento dei conti e al rispetto del pareggio di bilancio.
La riforma del Titolo V° della Costituzione del 2001 ha ridisegnato l’assetto istituzionale del Paese attribuendo alle amministrazioni territoriali nuove competenze e responsabilità con conseguente incremento dei trasferimenti erariali, in particolare per la sanità e il trasporto locale. Secondo i dati diffusi da CGIA Mestre a settembre 2012, nell’ultimo decennio la crescita della spesa delle Regioni è stata del 74,6%, pari a 89 miliardi di Euro. Nel 2010 (anno a cui risale l’ultimo dato disponibile riferito ai bilanci di previsione) le uscite complessive delle Regioni hanno superato i 208,4 miliardi di Euro.
L’aumento del deficit di bilancio di molte amministrazioni è il risultato, oltre che del ricorso all’indebitamento, anche dell’utilizzo opaco dei fondi da parte di alcune regioni e di un sistema farraginoso di controllo e valutazione delle performances. I dati diffusi dal Ministero dell’Economia (Siope) e dal commissario straordinario per la razionalizzazione della spesa confermano che questi elementi, insieme, hanno creato un sistema inefficiente ed economicamente insostenibile.
I CONTROLLI SULLA GESTIONE FINANZIARIA
Il provvedimento adottato di particolare interesse per la RGS introduce nuove regole in materia di finanza e funzionamento degli enti locali. Le novità principali riguardano il rafforzamento:
1. dell’azione di controllo della Corte dei Conti, che avrà poteri di controllo e sanzionatori più ampi rispetto al passato. In particolare la Corte eserciterà un controllo di legittimità preventivo sugli atti delle regioni che incidono sulla finanza pubblica, compresi gli atti amministrativi generali e quelli che adempiono agli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea. Potrà inoltre valutare, con controlli mirati sulle gestioni e, nel momento finale, della parifica sul rendiconto consuntivo delle regioni la legittimità e la regolarità amministrativo-contabile delle gestioni stesse.
A tal fine la Corte potrà avvalersi dei Servizi ispettivi di Finanza pubblica della Ragioneria generale dello Stato e della Guardia di Finanza. Alla Corte spetterà anche il potere di controllo sui rendiconti dei gruppi consiliari e, ogni sei mesi, l’elaborazione di linee guida sulla copertura finanziaria adottata dalle leggi regionali.
2. del sistema dei controlli interni che certifica l’efficacia, efficienza e l’economicità dell’azione amministrativa, la verifica di regolarità amministrativa e contabile, la valutazione dei risultati ottenuti rispetto agli obiettivi e il rispetto degli equilibri finanziari.
Per gli enti con più di 5 mila abitanti viene introdotto un “controllo strategico” per verificare lo stato di attuazione dei programmi. Per tutti gli enti locali si introduce invece un “controllo sugli equilibri finanziari” che valuta lo stato di salute delle finanze dell’ente.
Ogni ente locale dovrà altresì introdurre un sistema di controlli sulle proprie società partecipate.
Viene altresì stabilito che nelle provincie, nelle città capoluogo e in tutte quelle superiori a 60.000 abitanti il presidente del collegio dei revisori venga scelto dal prefetto tra i dipendenti della Ragioneria o della Prefettura.
Di fronte a questa notizia ed ad altre che circolano sui media, e di fronte all’impossibilità tecnica per la Corte dei Conti di esercitare capillarmente il controllo sugli enti locali considerato le ridotte risorse umane che la compongono (come del resto magistralmente descritto in un articolo di sabato 5 del Corriere della Sera) Noi chiediamo qual'è il futuro che si sta immaginando per la Ragioneria Generale tutta, centrale e periferica?
Noi crediamo che per esplicare qualunque attività di controllo sui conti del settore pubblico a fianco della Corte dei Conti non ci può che essere la Ragioneria, unico modo per far sì che i controlli di legittimità ex ante siano veramente capillari ed efficaci.
Noi crediamo che la Ragioneria con i propri uomini, con il personale tutto, dai dirigenti agli impiegati, debba essere attore principale di questo cambiamento strategico nell’amministrazione pubblica partendo sinergicamente dal centro e dai nostri uffici diffusi capillarmente sul territorio.
Occorre che la nostra dirigenza ai massimi vertici si attivi per ricordare alla politica che già esistono le competenze per quello che si vuole fare; che il controllo, la revisione e la tenuta dei conti fa parte della Mission della Ragioneria Generale dello Stato.
Noi chiediamo al Ragioniere Generale di non deflettere e di ribadire in tutte le sedi competenti che è già pronta "l'autorità"che può controllare efficacemente, e in sinergia con la Corte dei Conti, i bilanci delle Pubbliche Amministrazioni tutte.
Solo così si potrà sviluppare una nuova Pubblica Amministrazione al servizio della Collettività e della Repubblica, altrimenti, senza la Ragioneria, qualunque riforma dei controlli sui conti produrrà un altro ed ennesimo buco nell'acqua.
Roma, 09 ottobre 2012
BORDINI Andrea G. COMPAGNONE Guido