Pervengono segnalazioni da parte del personale di varie sedi del MEF di Roma riguardanti un medico competente che si comporterebbe come se considerasse se stesso superiore alle norme di convivenza civile, borioso e altezzoso nei confronti del personale.
Ciò avverrebbe sia durante i rari sopralluoghi a cui è tenuto, che durante le visite obbligatorie per la sorveglianza sanitaria del personale, ai sensi del D.LGS. 81/2008. Proprio riguardo alle visite, la norma in questione prevede che esse comprendano anche esami clinici, biologici, indagini diagnostiche focalizzate sul rischio, ritenuti necessari dal medico competente. E che sulla base delle risultanze delle visite mediche il medico esprima uno dei seguenti giudizi relativi alla mansione specifica: a) idoneità; b) idoneità parziale, temporanea o permanente, con prescrizioni o limitazioni; c) inidoneità temporanea; d) inidoneità permanente …
E questa è la norma … ma, invece, il nostro medico … oltretutto senza tener conto dell’esclusività del proprio operato nell’ambito contrattuale con il MEF … sembrerebbe suggerire, spesso e volentieri ai lavoratori in visita medica obbligatoria, miracolosi trattamenti di agopuntura da tenere presso il suo studio privato, a pagamento!
Se tale comportamento risultasse veritiero si paleserebbe un comportamento alquanto scorretto che farebbe del medico in questione un furbetto dello stetoscopio!
Inoltre da segnalazioni sopraggiunte sembrerebbe che, durante i sopralluoghi negli uffici di sua pertinenza, lo stesso medico tenda ad approcciarsi in malo modo, anche con arie di superiorità e di superbia … lasciandosi scappare, spesso frasi molto, ma molto, fuori luogo!
Come se tutto ciò non bastasse parrebbe che lo stesso in casi in cui i dipendenti o le figure interessate alla sicurezza e salute rappresentino delle problematiche cerchi sempre il modo per lavarsene le mani…evitando il confronto con il dipendente e negando eventuali approfondimenti clinici preferendo a suoi dire la strada della visita Collegiale e come sappiamo spesso rimette al giudizio proprio del medico eventuali prescrizioni.
In tutto questo giro di “competenze” chi ci rimette è il dipendente e anche l’Amministrazione che ha fatto ricadere su di lui la scelta.
Tutto ciò fa pensare che non prenda molto sul serio l’incarico di medico competente per cui questa Amministrazione lo ha nominato.
Ma non vogliamo pensar male … ossia che l’Amministrazione stia affidando a tale medico anche le attività di supporto allo stress da lavoro correlato … proprio a chi tende, di suo, a creare nuovi stress al personale in questione!
Insomma un’Amministrazione stia molto attenta nello scegliere chi debba ricoprire tale delicato ruolo nel nostro Dicastero!
Certo che però che, come qualcuno insegnava in passato, a pensar male … spesso ci si azzecca!
Roma, 21 febbraio 2019
Il Coordinamento