È oramai da mesi che non si parla d’altro: di una sempre più macroscopica disparità di trattamento operata tra il personale appartenente non solo a questo nostro dicastero, ma perfino anche allo stesso ruolo e ad uguali mansioni.
Alcuni evidenziano, però, solo la cd indennità di Prelex, che pare sia diventata l’unico problema all’interno di un MEF perfetto, equo e moderno, perché hanno scarsa memoria o perché forse godono di posizioni di privilegio consolidate nel tempo.
Come non esprimersi, ad esempio, su chi ricopre incarichi sostanziosi, magari non possedendo neppure i titoli necessari?
O come non ricordarsi di chi, seppur laureato, è messo da parte al “confino” dell'area II da una Amministrazione miope, nell’eterna attesa di un passaggio tra le aree che consenta quel giusto riconoscimento delle professionalità acquisite? Possibilità che in passato hanno avuto i loro colleghi che oggi, ironia della sorte, potrebbero partecipare anche a master post universitari pur senza essersi mai laureati.
O pure, come dimenticarsi di dare pari dignità a quei colleghi, ex-carriera direttiva, che non hanno ricevuto equivalente trattamento (rispetto ai loro pari grado), solo magari per il diverso vento che quel giorno soffiò e che determinò, incredibilmente, sentenze del tutto diverse per medesima trattazione?
Insomma si è scatenata nel Dicastero una grande rappresentazione teatrale, nella quale, mutuando i "Sei personaggi in cerca d'autore" di Pirandello, ognuno rappresenta una parte, un aspetto che, a seconda della posizione (giuridica ed economica) posseduta, cambia l'angolo della prospettiva.
Per questi motivi e non solo, anche noi auspichiamo l'adozione, nel nostro universo, di un decreto dignità che possa ripristinare la giusta equità nei confronti di tutto il personale del Ministero e che renda trasparenti i criteri utilizzati nei vari atti adottati dallo stesso.
Non si può continuare ad avvolgere nelle nebbie del burocratismo la determinazione e l'elargizione di compensi che riguardano ad esempio la cd Prelex, il modo in cui viene distribuito il CUT, la concessione degli incarichi, conferiti o autorizzati a pochi eletti e non a tutto il personale. Occorre sottrarre il tutto al giogo oscuro di una discrezionalità, che spesso rischia di sfociare in arbitrio, che si arroga il diritto di concedere titoli e privilegi senza rispettare gli obblighi della trasparenza.
Abbiamo sempre lottato per poter dare pari dignità e maggiore equità al personale, e continueremo a farlo: abbiamo preteso, nell’ultimo accordo sul FUA, di proseguire la fase delle progressioni economiche, per arrivare a farne beneficiare la totalità dei lavoratori; insisteremo sulla ripresa delle progressioni di carriera attraverso procedure interne, in modo da poter ridare dignità professionale attraverso forme di meritocrazia (mentre al contempo queste OO.SS. già stanno lavorando al superamento della prima area, grazie all’attivazione della Commissione paritetica sui sistemi di classificazione del personale prevista dall’art. 12 del nuovo CCNL); stiamo portando avanti in ogni tavolo l’obiettivo della perequazione dell’indennità di amministrazione per tutti i dipendenti del MEF. Il tutto trovando le necessarie risorse, ovviamente aggiuntive, in modo che un decreto dignità non possa trasformarsi in un decreto ipocrisia!
E visto che a breve comincia il girotondo della Legge di Bilancio 2019/2021…perché non approfittarne, affinché il nostro Dicastero diventi il motore dell'uguaglianza e dell'inclusione sociale?
È bene tenere presente che la prima uguaglianza è l’equità! E si ottiene solo lottando tutti insieme per soddisfare interessi generali e non limitandosi a proteggere il proprio orticello: solo così avremo la forza e la speranza di poter ottenere per tutti il massimo possibile.
Roma, 9 luglio 2018
CGIL CISL UIL
Americo FIMIANI Walter DE CARO Andrea G. Bordini