Sul quotidiano “Il Messaggero” del 26 gennaio 2012 è stato pubblicato in prima pagina che la Guardia di Finanza ha scoperto i furbi del fisco, tra i quali anche dipendenti pubblici con il doppio impiego.
Forse bisognerebbe spiegare al giornalista che ha scritto l’articolo che l’impiegato statale, che svolge un secondo lavoro, molte volte lo fa non per mantenersi i beni di lusso, ma per soddisfare le esigenze primarie della propria famiglia che spesso è monoreddito. Bisogna sempre ricordare che i dipendenti pubblici percepiscono in media uno stipendio di circa 1.300,00 euro netti al mese, che è molto al disotto dei dati pubblicati da Bankitalia la quale, nella sua indagine, dichiara che una famiglia
media vive con 2.726,00 euro.
Lo stesso Istituto ha dichiarato che la crescita media degli stipendi dei lavoratori dipendenti è aumentata dal 1991 al 2010 del 3,3% contro un incremento della spesa riguardante lo stesso periodo del 15,7%.
Siamo allibiti come ormai si faccia una propaganda negativa del pubblico impiego, mentre nessuno ha mai denunciato il secondo lavoro dei parlamentari che svolgono doppia attività e, cosa ancora più grave, percepiscono doppio stipendio pubblico (professori universitari e Onorevoli nello stesso tempo per un totale 14.000,00 euro mensili netti).
Bisogna combattere l’evasione fiscale, ma si devono combattere anche gli sprechi dello Stato che sicuramente non sono gli stipendi pubblici.
Al Signor Presidente del Consiglio che ama tanto i dettami europei e dichiara spesso che dobbiamo adeguarci poiché lo chiede l’Unione Europea, ricordiamo che lo stipendio medio europeo degli statali è di circa 22.000,00 euro netti contro gli attuali 16.000,00 euro degli italiani; in questo caso, però, si cambia bandiera e si decide di attuare il rigore dei conti pubblici per tutti (blocco degli stipendi fino al 2014) tranne che per i parlamentari.
Ringraziamo tutta l’autorità politica per la situazione attuale di crisi e per aver aumentato la classe dei poveri di questo Paese inserendo fra loro anche i lavoratori del pubblico impiego.
Avremo modo di sentirci e farci sentire in tutte le piazze, orgogliosi di essere DIPENDENTI PUBBLICI.
Roma, 26 gennaio 2012
BORDINI Andrea G. COMPAGNONE Guido