I nuovi bandi di concorso prevedono anche assunzioni presso gli uffici territoriali. Attenzione però a non dimenticare tutti coloro che attendono da anni un trasferimento per poter rientrare nella propria città e non vorrebbero vedersi scavalcati nelle loro legittime aspettative
I recenti bandi di concorso per il reclutamento di nuovi funzionari, che sommati a quelli che verranno pubblicati nei prossimi giorni consentiranno al Mef di assumere 400 nuove unità di personale, non può che rappresentare un’ottima notizia in termini sia di ringiovanimento della forza lavoro ministeriale, che di incremento delle dotazioni organiche che, complice lo sciagurato blocco del turn over, si sono ridotte di centinaia di dipendenti creando enormi difficoltà organizzative soprattutto a livello territoriale.
Nondimeno, la previsione di una riserva di posti per il personale interno può contribuire a riaccendere la possibilità, per i dipendenti di area II, di poter nuovamente ambire ad una progressione di carriera, ferma restando la priorità, già manifestata all’Amministrazione, di predisporre una apposita procedura interna più consona alle possibilità dei diretti interessati, come d’altronde previsto del decreto Madia.
Inoltre, dai preamboli dei bandi già pubblicati si evince con chiarezza la possibilità che parte dell’assunzione dei futuri vincitori possa avvenire presso le Ragionerie Territoriali, il che, anche in controtendenza con le recenti notizie che vorrebbero in atto un processo di “regionalizzazione” degli uffici locali, sarebbe sintomo, finalmente, di una ritrovata attenzione, da parte dell’Amministrazione centrale, verso le esigenze del territorio, sempre più in difficoltà nel soddisfare le esigenze dell’utenza a causa della scarsa dotazione organica patita da moltissime sedi, oltre che da altre problematiche di natura tecnica e gestionale, difficoltò evidenziate anche da alcuni deprecabili fatti di cronaca, da noi puntualmente denunciati nei giorni scorsi.
Tale ritrovata volontà di redistribuire il personale a livello nazionale va però a scontrarsi con un atteggiamento di chiusura che la stessa Amministrazione ha più volte manifestato, anche in termini concreti, impedendo a centinaia di colleghi di ottenere un trasferimento presso le proprie città di origine, o dove comunque risiedono i loro affetti. Sarebbe dunque quasi doveroso, prima della conclusione delle procedure concorsuali, avviare immediatamente una procedura di mobilità che consentirebbe di soddisfare le esigenze sia dei tanti lavoratori già in servizio che da anni attendono risposta alle loro istanze, e che rischierebbero di essere “scavalcati” dai nuovi arrivati, sia delle amministrazioni territoriali in attesa da moltissimo tempo di un indispensabile rimpinguamento delle proprie piante organiche.
Roma, 5 aprile 2018
IL COORDINAMENTO