La mattina del 23 dicembre 2017 ha finalmente posto fine ad una situazione di illegalità, di prevaricazioni e di umiliazioni lunga ben nove anni: la firma apposta sul nuovo CCNL è infatti riuscita a ripristinare equilibri che sembravano perduti, rimettendo al centro del rapporto di lavoro pubblico coloro che quel lavoro lo portano avanti con sacrificio e professionalità, cioè i lavoratori stessi.
Sappiamo bene, al di là di ogni ipocrisia, che quello appena firmato non è il miglior contratto di sempre, ma possiamo affermare, contestualizzando il periodo storico ed il quadro socioeconomico contingente, e dunque contro ogni tipo di smentita o opinione contraria, che si tratta certamente del miglior contratto possibile in questo momento: è chiaro che l’aumento previsto non risponde all’esigenza di ripristinare il potere d’acquisto dei salari perduto in questi anni di stasi contrattuale, ma certamente non siamo blasfemi se confermiamo che, in questa fase, l’aspetto economico passava chiaramente in secondo piano, di fronte al ripristino di corrette relazioni sindacali e, conseguentemente, di una adeguata tutela degli interessi dei lavoratori.
Se poi si vuole dare credito a qualcuno che, allo scopo di farsi bello, chiedeva mirabolanti quanto impossibili aumenti per centinaia di euro, noi rispondiamo che preferiamo metterci la faccia, esponendoci anche a critiche, per cercare di raggiungere risultati concreti e soprattutto realistici, piuttosto che promettere la luna per fini autoreferenziali fuggendo dalla responsabilità di firmare gli accordi: alla via facile, utilissima per la propaganda elettorale, noi preferiamo quella impervia, se ciò ci consente di curare davvero le sorti del lavoro pubblico, e di far riacquistare ai lavoratori quella dignità che certamente meritano, e che non può essere barattata con nessun prezzo.
Il nuovo contratto consentirà ai rappresentanti dei lavoratori di condizionare, attraverso il confronto obbligatorio, tutti quegli aspetti che riguardano la quotidianità del lavoratore, e che fino a ieri erano rimessi alla “clemenza” del datore di lavoro, che poteva unilateralmente decidere sulle sorti dei dipendenti praticamente senza filtri; inoltre, appare certamente significativa la previsione di un organo paritario, quale è il nuovo Comitato Paritetico per l’Innovazione, in cui saranno proprio i rappresentanti dei lavoratori, fianco a fianco con l’Amministrazione, a determinare le nuove politiche riguardanti l’organizzazione del lavoro.
Si è giunti dunque al superamento definitivo degli aspetti più beceri della legge Brunetta, e se proprio l’ex ministro nei giorni scorsi ha pubblicamente criticato la nuova intesa contrattuale, questo per noi può rappresentare una vera e propria attestazione di merito sulla bontà del lavoro fatto che, è bene chiarire, rappresenta, oltre che un momento di svolta quasi epocale, soprattutto un punto di partenza per le nuove piattaforme contrattuali che da qui a qualche mese verranno intraprese, nelle quali ci si potrà concentrate con più forza e serenità sugli aspetti economici del rapporto di lavoro, e che noi contiamo di affrontare con il sostegno di tutti coloro che in questi anni ci hanno sostenuto e rafforzato, e che siamo certi continueranno a fare.
Roma, 16 gennaio 2018
IL COORDINAMENTO