Non manca giorno che le “buone notizie” giungano sulle nostre teste.
Così nel mentre i proclami per una pubblica amministrazione efficace ed efficiente vengono puntualmente sollecitati da carta stampata e cittadini, i nostri dipendenti, probabilmente colpevoli di essere dipendenti della PA, restano a dieta, una dieta non voluta, ma imposta.
Oltre alla dieta degli aumenti contrattuali imposti per legge dal vecchio ministro Brunetta ora anche la dieta dei buoni pasto non consegnati.
Vediamo di che si tratta.
Tempo fa gli ordinativi di buoni pasto venivano effettuati direttamente dagli uffici ai fornitori – anno 2010 – e il tempo di relativa emissione a coloro che ne avevano diritto avveniva in 5 giorni lavorativi.
Oggi – dopo l’accentramento a Roma della richiesta del fabbisogno per singoli uffici – l’attesa si è fatta infinita. Abbiamo infatti uffici che attendono la consegna dei buoni pasto dal mese di dicembre 2011 o nel caso migliore si attende un mese circa.
Vero è che in molti casi esiste una “specie di scorta “ ma quest’ultima può coprire – a grandi linee – circa 15, 20gg.
In buona sostanza dopo la dieta forzata degli aumenti contrattuali abbiamo la dieta slim fast imposta … di che lamentarsi: nel primo caso siamo i prossimi “condannati” alla povertà, dato che i nostri stipendi già più bassi della media europea del 30% non riescono più a garantirci una vita dignitosa, nel secondo caso il salto del pasto mi ricorda tanto quella vecchia pubblicità dell’olio cuore… per sentirsi in forma.
Non c’è di che lamentarsi, poveri nel futuro e magri magri… un’unica doglianza che lor signori son paffuti e cicciotelli, per loro nessun salto del pasto e nessuna cinghia da stringere….proprio una vergogna.
Come dicevano i latini Accidere ex una scintilla incendia (A volte da una sola scintilla scoppia un incendio) – Lucrezio - e temo non sia il caso di continuare su questa strada.
Roma, 27 marzo 2012
BORDINI Andrea G. ZANETTI Massimo