RTS: IL MIRAGGIO DELLA RIORGANIZZAZIONE

“Un percorso estenuante sulle dune del deserto alla ricerca di un oasi”, è con questo scenario che i colleghi delle RTS conducono la propria attività a poco più di un anno dalla soppressione delle DTEF. A tutt’oggi, a fronte della nota situazione di disagio causata dal loro smantellamento, possiamo affermare, senza ombra di dubbio, che se la macchina organizzativa non si è inceppata lo si deve, esclusivamente, allo spirito di abnegazione dei colleghi che hanno compreso che non ci si poteva soffermare in sterili polemiche, ma, che era (e lo è tuttora) necessario rimboccarsi le maniche. Ciò nonostante, lo sforzo prodotto da tutti i dipendenti non è sufficiente a offrire all’utenza un servizio ottimale, per l’oggettiva carenza di organico in alcune sedi. È palpabile l’affaticamento dei servizi precipui delle RTS, in sofferenza di organico, ed il personale addetto, continua a svolgere la propria attività grazie alla capacità, determinata da una professionalità sempre più all'altezza della situazione, di porre rimedio alle varie problematiche in tempo reale senza ulteriori indugi. I colleghi provenienti dalle ex DTEF che hanno optato per la permanenza alle RTS hanno dovuto modificare il proprio rapporto con l’amministrazione, prima molto precisa nell’identificare carichi di lavoro e ambiti di attività, oggi caratterizzata dall’improvvisazione legata all’emergenza, che però dura da più di un anno. Ai colleghi delle RTS che hanno dovuto cambiare radicalmente attività per sostenere il carico dei nuovi servizi dobbiamo riconoscere che sono riusciti a superare gli ostacoli più difficili grazie al loro spirito di adattamento e, comunque, questa è una problematica che dovrà ottenere una rapida soluzione, considerata l’imponente mole di lavoro e quel senso di frustrazione allo stato attuale, purtroppo, sempre più evidente.
Come già evidenziato, nonostante l’impegno profuso dai dipendenti delle RTS, all’utente finale non viene reso un servizio ottimale. Tutto ciò è ampiamente evidenziato dalle continue critiche per i disservizi lamentati. D’altro canto, siamo ancora in attesa del decreto di riorganizzazione del MEF che, come un miraggio che fa intravedere l'oasi, viene continuamente rinviato. Questa amministrazione, però, prima o poi, dovrà dare una risposta ad alcune domande che dal 2 marzo 2011 ci pervengono dalla maggior parte delle sedi: 1) carenza del personale, perché non fare ricorso alla mobilità in entrata del personale AAMS che non ha trovato le condizioni prospettate da chi ha favorito l’esodo? Ci risulta, infatti, che nella maggior parte dei casi, i colleghi rientrati in RTS hanno ricominciato la loro attività con stimoli diversi e molto più disponibili rispetto al passato. Potrebbe essere questa la panacea di tutti i mali? 2) se l’obiettivo della Pubblica Amministrazione è il risparmio della spesa, la dislocazione di quelle sedi territoriali su una pluralità di immobili non trova più giustificazione, perché non provvedere all’accorpamento, considerato che rappresenta l'unica strada percorribile?
La UIL auspica, nell’ambito della più serena e proficua collaborazione fra le parti, una riorganizzazione del MEF che tenga conto in particolare del “lavoro e dei lavoratori”. Ribadisce, altresì, l’impegno, preso da sempre con i propri iscritti e con tutto il personale, di agire nel loro interesse per il miglioramento delle loro condizioni di lavoro. E' necessario, a tal riguardo, rafforzare l'azione sinergica già attivata con tutti Voi che, grazie a una sorta di collaborazione a distanza (le Vostre segnalazioni sono il nostro carburante), ci permette di essere presenti in ogni posto di lavoro.

Roma, 29 marzo 2012

                                                                                 Il Coordinatore Generale
                                                                                     BORDINI Andrea G.