SERVI DELLA GLEBA

 

Che a salvare l’Italia dal baratro della crisi economica siano stati i soldi risparmiati dalla riforma delle pensioni e dal blocco dei contratti pubblici, non aggiornati ormai da otto anni, è una cosa conclamata.

Anche a seguito di ciò, la situazione economica familiare dello dipendente pubblico, soprattutto nelle famiglie monoreddito, rasenta i livelli di povertà in proporzione all’aumento del costo della vita. Ove non bastasse, con il governo Berlusconi, il suo braccio destro On Brunetta ha dato il via alla più grande campagna denigratoria contro gli “statali” dal dopo guerra ad oggi, sia a livello politico, sia a livello mediatico, ma soprattutto a livello economico.

Ma volendo analizzare più nello specifico alcune situazioni presenti all’interno dei posti di lavoro emerge una realtà divenuta ormai inaccettabile: quante volte abbiamo dovuto constatare che alcune mansioni proprie dei funzionari spesso e volentieri vengono assolte da personale appartenente ad altre qualifiche molto più basse? Ci si stupisce se affermiamo che molti di questi sono dipendenti della prima area, cioè i cd “commessi”?

Ricordiamo a tutti, ove fosse necessario, che si tratta di lavoratori abili a qualsiasi tipologia di lavoro, per lo più diplomati ma anche laureati, che in silenzio e con grande abnegazione svolgono tutti i compiti loro assegnati, sia quelli propri della qualifica posseduta, spesso indispensabili per il corretto funzionamento del dicastero (vedi il servizio di vigilanza di questo Ministero) sia, come detto, quelli che sarebbero di competenza di un impiegato, in spregio alla normativa vigente e senza ottenere alcun vantaggio di tipo economico, professionale o di avanzamento di carriera, divenuto ormai impossibile a causa del D. Lgs. 150/2009.

Di vantaggi, invece, ne può godere l’Amministrazione, usufruendo “abusivamente” della disponibilità del personale e, dunque, ottenendo di fatto un risparmio sulle retribuzioni che sarebbero occorse per il personale deputato a tali compiti. Paradossalmente, cosa succederebbe qualora questi dipendenti scegliessero, come da loro diritto, di attenersi scrupolosamente al mansionario previsto dai loro contratti? Siamo certi che non si accuserebbe alcun tipo di disagio?

Ci chiediamo dunque che senso abbia oggi il permanere di una categoria di dipendenti defraudati della propria dignità di uomini e lavoratori, che si vedono costretti in una fascia retributiva da terzo mondo per tutta la durata della loro vita lavorativa, alla stregua dei servi della gleba dell’era medievale.

Questa Organizzazione Sindacale chiede all’Amministrazione di attivarsi per trovare una soluzione che consenta, nel più breve tempo possibile, l’azzeramento della prima fascia economica, problematica che comunque è già oggetto di trattativa, su nostra richiesta, in sede di rinnovo del CCNL, in modo da consentire a questi lavoratori di godere degli stessi diritti dei loro colleghi, come d’altronde è già avvenuto in molte altre amministrazioni.

Roma, 6 ottobre 2017

IL COORDINAMENTO

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