PIANTE ORGANICHE E PESATURA UFFICI

PIANTE ORGANICHE A seguito della riunione del 28 ottobre u.s. abbiamo la necessità di esprimere al personale ulteriori considerazioni e/o approfondimenti: L’amministrazione, nella predetta riunione, ha comunicato che le nuove dotazioni organiche sono state ottenute applicando il D.M. 8/8/2012 e l’art. 23 quinquies del D.L. 6/7/2012, n. 95, recepiti con il DPCM 25/10/2012. Tagli da cui sono state escluse, ex lege, le Commissioni tributarie. Dall'informativa abbiamo potuto costatare l’assenza di esuberi in tutti i Dipartimenti, ma si è appreso che le piante organiche delle Ragionerie territoriali dello Stato, sono state redatte su base regionale. Quest'ultima decisone, unilaterale dell'Amministrazione e per noi assurda e incomprensibile, sembrerebbe scaturita dalla relazione redatta dal cd. “gruppo di lavoro” all’uopo costituito dal Ragioniere Generale dello Stato. La metodologia usata è stata quella di rilevare, a mezzo apposite schede informative fatte compilare a ciascun direttore territoriale, le risorse umane impiegate su 12 “linee di attività standardizzate”, ritenute indicative delle funzioni svolte dalle RR.TT.SS. I dati così raccolti sono serviti per elaborare una mediana statistica sulla scorta della quale sarebbero stati costruiti gli organici. In merito a tale modus operandi, la nostra organizzazione sindacale esprime totale dissenso, sia perché la relazione del gruppo di lavoro non è stata trasmessa alle OO.SS. per dovuta informativa, sia perché, trattandosi di carichi di lavoro, la materia doveva essere oggetto di concertazione o, quanto meno, di informazione. Chiediamo quindi con fermezza la trasmissione alle organizzazioni sindacali della relazione redatta dal gruppo di lavoro al fine di conoscere i criteri e le pesature scaturite dalla sua attività, anche alla luce di alcune evidenti incongruenze nella distribuzione dei posti in relazione alla dimensione degli uffici. Oltretutto non si comprende, o forse si (https://mef.uilpa.it/2012-04-17-14-04-59/640-attendiamo-risposte.html), perché i dati non siano stati raccolti a mezzo del protocollo “ASP” e dell’ufficio dipartimentale di controllo di gestione (rilevazione che sarebbe sicuramente stata più oggettiva). Infatti le modalità di compilazione delle predette schede da parte dei direttori territoriali, sembrerebbe, non siano state sempre omogenee, anche perché pur utilizzando ognuno un criterio oggettivo, magari,  non corrispondeva a quello di un'altra sede. In sostanza l'esito dell'operazione ha portato ad un sotto organico complessivo nelle RR.TT.SS., ma circa 11 realtà regionali sono risultate in esubero di personale (Abruzzo 24, Basilicata 13, Calabria 41, Campania 26, Emilia Romagna 16, Friuli V.G. 2, Liguria 9, Marche 20, Molise 11, Piemonte 12, Provincia autonoma di Trento 9). Tali esuberi al livello regionale costituiscono, a nostro avviso, pur sempre una evidenza pericolosa in esito a possibili ulteriori provvedimenti legislativi. Lascia inoltre estremamente perplessi l’applicazione del metodo solo alle RR.TT.SS., laddove alcuna motivazione è stata data in merito alla costruzione degli organici degli uffici centrali. Basti pensare che, mentre per le RR.TT.SS. sarebbero appena 16 i posti complessivamente vacanti, per gli uffici centrali della Ragioneria generale ci sarebbero ben 296 posti vacanti! In tutto ciò alcune sedi rimangono in gravissima sofferenza di organico e non si capisce davvero come potranno far fronte ai carichi di lavoro che l’amministrazione continua irresponsabilmente ad aumentare, anche in previsione della chiusura delle 10 RTS, senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali, come pure sarebbe previsto dal CCNL. Infatti nel 2015 le RR.TT.SS. amministreranno anche le partite stipendiali del personale UNEP e, probabilmente, del personale della Polizia di Stato. Queste attività si aggiungono alle sanzioni antiriciclaggio, alle deleghe IGRUE e SIFIP, alle pratiche già di competenza delle sedi soppresse… L’unico accenno a un’idea di soluzione è stato quello riguardo il trasferimento della competenza di alcune tipologie di pratiche da sedi in situazione di grave sottorganico ad altre sedi meno “sfortunate”! Non crediamo possa essere percorribile tale tipo di soluzione che vedrà comunque penalizzati: il personale delle sedi “riceventi” per l’aumento dei carichi di lavoro in assenza di qualsivoglia verifica condivisa; il personale delle cedi “cedenti” che perderanno competenze e professionalità; l’utenza, la quale vedrà ulteriormente allontanarsi l’interlocutore istituzionale quale punto di effettiva erogazione dei servizi. Non possiamo non rilevare inoltre le forti carenze dei Dipartimenti centrali, laddove i lavoratori si sobbarcano una mole di lavoro che, stando agli organici presentati dall’amministrazione, non sarebbe di loro competenza. Tali carenze, sommate ai blocchi del turn over e dei rinnovi contrattuali, ormai eterni, generano forte malcontento e disagi organizzativi/amministrativi. La mancata individuazione delle piante organiche di sede, porterà quale conseguenza una serie di problematiche, da noi puntualmente evidenziate, tra le quali, ad esempio:

  • Come si faranno ad assegnare obiettivi specifici ai dirigenti senza sapere se questi dispongono o meno di adeguate risorse umane?
  • Come si procederà alla pesatura degli uffici senza disporre della pianta organica teorica?
  • Come si farà a valutare le domande di trasferimento da una sede all’altra senza conoscere se esiste o meno il posto libero in organico?
  • Si rigetteranno forse istanze di mobilità/comando in ingresso su sedi oggettivamente e disperatamente carenti a causa degli esuberi a livello regionale?

E’ assurdo che il direttore e i dipendenti di una RTS non sappiano se lavorano o meno in carenza di organico! Non vorremmo che tale operazione fosse propedeutica a un ulteriore smantellamento della rete territoriale del M.E.F.!

GRADUAZIONE UFFICI DIRIGENZIALI Mercoledì 22 ottobre l’Ufficio relazioni sindacali ci ha trasmesso la relazione illustrativa allo schema di D.M. di graduazione degli uffici dirigenziali di seconda fascia. Anche in tale relazione l’amministrazione si limita, laconicamente, ad affermare: “la graduazione degli uffici e la determinazione degli importi corrispondenti alle relative fasce sono state effettuate coerentemente con quanto stabilito dal CCNL del personale dirigente dell’area I”. Al riguardo la nostra organizzazione sindacale aveva già avuto modo di stigmatizzare, sia in occasione della riunione del 16 ottobre u.s., sia con il comunicato rilasciato nella stessa data (https://mef.uilpa.it/2012-04-17-14-04-59/644-pesatura-uffici-dirigenziali.html), il comportamento dell’amministrazione. Già in quella sede, infatti, si era osservato che “non si sono capiti, sempre che esistano, i criteri utilizzati per l'assegnazione della fascia retributiva, e che comunque gli stessi, magari nascosti in qualche cassetto, non sono adeguati a descrivere le realtà lavorativa e le responsabilità connesse ad ogni singolo Ufficio. Se questo rimane il metodo di assegnazione sembrerebbe, di fatto, che non sia stata effettuata alcuna “pesatura” in relazione alla reale complessità degli uffici. La mancata trasmissione delle proposte di graduazione predisposte dai Capi dipartimento (proposte richiamate nello schema di D.M. quale motivazione per relationem), impedisce qualsiasi verifica del rispetto dei criteri stabiliti dall’articolo 54, quarto comma, del CCNL sottoscritto il 21/04/2006”. Ciò considerato, pur constatando che si persevera nel non trasmettere alle organizzazioni sindacali la documentazione necessaria ad una compiuta informativa (comportamento che riproviamo decisamente), ci auguriamo ciononostante il ripristino di corrette relazioni sindacali e che, per il prossimo futuro, si tenga debito conto delle proposte della UIL, la quale dovrà essere presente al tavolo come compartecipe delle importanti decisioni da assumere, in quanto riguardanti l’organizzazione e la vita lavorativa dei “manager” dell’amministrazione. Ad oggi invece, sulla pesatura degli uffici, si è assistito soltanto a sterili comunicazioni di scelte inique, non conformi al CCNL e mortificanti per il personale dirigenziale. Attendiamo pertanto (ansiosamente!) l’istituzione del promesso “tavolo tecnico” che dovrebbe procedere, stavolta con criteri oggettivi e trasparenti, alla nuova graduazione. Da tale attività dovrà anche scaturire, non appena possibile, la rivalutazione della retribuzione di parte variabile e di risultato, considerato che, all’aumento delle responsabilità e della complessità degli uffici, i dirigenti, come il personale del comparto, percepiscono una retribuzione ormai ferma dal lontano 2009!

Roma, 04 novembre 2014

   Il Responsabile Dirigenti                                 Il Coordinatore Generale
   Giorgio CHAMBEYRONT                                    Andrea G. BORDINI

Allegati:
- comunicato