PIÙ POLTRONE PER TUTTI

Mentre il Paese è interessato dalle diverse politiche di contenimento e di risparmio, con tagli per almeno 3 miliardi di euro, che andranno a colpire i servizi resi al cittadino e i dipendenti pubblici, stranamente il MEF sembra sia molto interessato da nomine che lo coinvolgono nelle varie articolazioni dello stesso.

Abbiamo visto la riorganizzazione che interessa il Dipartimento del Tesoro il cui spacchettamento comporterà, nella novella articolazione, l’insediamento di un ulteriore Capo Dipartimento a capo del costituito Dipartimento dell’Economia, che sarà interessato anche alle variegate attività relative alle partecipazioni societarie e tutela attivi strategici.

I Dipartimenti del MEF magicamente diventano da 4 a 5.

Abbiamo appurato, nell’appena pubblicato DL 13/2023, disposizioni urgenti per l'attuazione del PNRR e PNC, che al Dipartimento della RGS è prevista l’istituzione dell’Ispettorato generale del PNRR con compiti di coordinamento operativo sull'attuazione, gestione finanziaria e monitoraggio del PNRR, nonché di controllo e rendicontazione all'Unione europea. Struttura con un ulteriore D.G. supportati da ben otto uffici di livello dirigenziale non generale e che potrà avvalersi del supporto di società partecipate dallo Stato… Insomma queste partecipate escono dalla porta e rientrano sempre dal portone, forse un modo per mascherare le consulenze esterne?

Immaginiamo già il moltiplicarsi di queste società che comunque assumerebbero con contratto privatistico. E quindi stiamo privatizzando il controllo dello Stato?

Ma non finisce qui in quanto la RGS si doterà di aggiuntive sei posizioni di funzione dirigenziale di livello non generale di consulenza, studio e ricerca per le esigenze degli Ispettorati competenti. Insomma fioriscono direttori e dirigenti generali e dirigenti a profusione, e altri ne fioriranno, seppur privi di struttura.

Naturalmente il contraltare è che molto stranamente però le risorse non si trovano mai per il restante personale del Dicastero che magari agogna progressioni di carriera attese da decenni o quant’altro... e che puntualmente non vedono mai la luce.

E perché mai poi ci si arrovella per non assumere al MEF facendo scorrere le graduatorie esistenti, andando in deroga ai 500 già previsti dipendenti… che non sarebbero comunque sufficienti a ricoprire le croniche carenze organiche e neanche i pensionamenti 2023?

Invece si tracciano continuamente vigorosi risparmi, spietati, che colpiscono solo i “redditi bassi” dei cittadini… ma di risposta si implementano le poltrone e gli incarichi.

Qualcuno tira la cinghia (la povera gente) e qualcun altro invece va oltre misura… quindi il concetto del buon padre di famiglia non esiste più?

Poveri noi e Povera Italia… di questo passo dove andremo a finire?

Ma forse al MEF tutto è possibile perché tanto rimane tutto impunito.

Roma, 03 marzo 2023 

                                                       Il Coordinamento