SMART WORKING: Criticità!!!

        

Con l’emanazione delle due circolari del DAG, sulle procedure d’intesa per il ricorso al lavoro agile, del 29 ottobre e di quella di aggiornamento del 29 novembre 2021, come era prevedibile e avevamo preannunciato, sono emerse numerose criticità dovute alle più disparate interpretazioni da parte di molti Direttori/Dirigenti.

A nulla sono valsi i tentativi dei webinar propinati dall’Amministrazione, tesi a dare le giuste interpretazioni, dato che sembrerebbe abbiano registrato una scarsissima partecipazione.

Ma andiamo con ordine…

La prima criticità è stata riscontrata sulla “concessione dei giorni” da svolgere in smart working.

Infatti a nulla sono valse le richieste di tutte le OO.SS. di garantire a tutto il personale la possibilità di usufruire di 10gg di lavoro agile che non avrebbe minimamente violato le disposizioni del decreto del Ministro di Funzione Pubblica che prevede che le giornate di smart working non devono essere superiori rispetto a quelle da svolgere in presenza.

Ci saremmo aspettati da parte dell’Amministrazione e dell’autorità politica un’apertura positiva e lungimirante nell’accogliere le richieste delle OO.SS. di estendere a 10 gg le giornate, (senza se, senza ma e senza “fino a”) di smart working per la tutela dei lavoratori, visto il contesto epidemiologico non superato, ma anche perché in più occasioni l’Amministrazione ha elogiato il proprio personale, che in smart working “obbligatorio” è riuscito a raggiungere gli obiettivi prefissati, classificandosi nel primi posti in classifica nel monitoraggio pubblicato da Funzione Pubblica.

Non riusciamo quindi a comprendere come mai tale chiusura dato che sia l’Amministrazione nonché l’autorità politica, pur registrando l’incremento dei contagi tra il personale delle sedi del MEF e visto lo scenario pandemico in evoluzione, non abbia cercato di tutelare significativamente la salute e la sicurezza dei lavoratori cercando di ridurre la presenza dei lavoratori in sede.

Neanche chi rientra nella casistica oramai restrittiva delle 10 giornate ha avuto tali giornate, dato che si è “pesato” anche chi è over 60 anni o sul concetto di monogenitorialità.

La seconda criticità riguarda la fruizione delle ferie.

Cervellotiche e fantasiose interpretazioni del CCNL, per essere buoni, hanno ipotizzato e determinato che le ferie possano essere usufruite solamente nelle giornate di lavoro agile. Diversamente se si usufruisce delle ferie nelle giornate di presenza in sede queste ultime andrebbero addirittura recuperate! Anche in questo caso a nulla sono valse le FAQ dell’amministrazione perché ancora oggi tale disposizioni vigono … furbescamente solo verbalmente.

Altra criticità le ore di contattabilità.

Ci sono state segnalate che per poter giungere all’intesa per poter usufruire delle giornate di smart working bisogna mercanteggiare come a Porta Portese.

Obbligo dell’orario di contattabilità è dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 18 (ben 7 ore altro che conciliazione vita lavorativa e familiare e cosa conta il contesto emergenziale e il benessere organizzativo)… ma ciò che stupisce sono le fasce orarie che riguardano la contattabilità che oramai sono equivalenti a quelle della visita fiscale? La domanda sorge spontanea. Senza tener conto che altro obbligo è la disconnessione che per molti è dalle 20 alle 8… quindi oltre alla contattabilità, con le stesse fasce delle visite fiscali, le ore restanti sono solamente lavorative? Quindi scatta a questo punto il buono pasto e lo straordinario o no??? Insomma solo gli oneri ai lavoratori???

E’ evidente che diventa difficile giungere a un’intesa votata, non al rispetto delle regole vigenti, ma a quelle del buon senso con queste imposizioni scellerate…

E ció determina che ancor oggi molte intese non vengano siglate perché o si accettano le condizioni vessatorie (contattabilità 9/13 - 15/18 e di disconnessione 20/8) oppure non c'è intesa!

Le criticità riscontrate sono tante e innumerevoli qui ne abbiamo citate solo alcune… non affrontiamo il tema delle ulteriori giornate da concedere al dipendente che si trovi in quarantena con sorveglianza attiva e di isolamento domiciliare (contatti stretti verificatosi nel luogo di lavoro o in altra circostanza, etc.) dato che è possibile ricorrere al lavoro agile, su base volontaria, anche oltre il contingente indicato nell’eventuale intesa individuale.

Bisognerebbe far cambiare la mentalità e l’approccio al lavoro agile della Dirigenza... Ma se tanto ci dà tanto…

La sottile linea rossa del "fino a", e siamo stati cattivi profeti come suol dirsi, ma eravamo consapevoli che tale avverbio si sarebbe prestato a interpretazioni bislacche.

Chiediamo, quindi, che l’Amministrazione e l’autorità politica, come aveva peraltro promesso in tempi non sospetti, intervenga ed effettui i necessari controlli pressanti su tutti gli uffici centrali e territoriali per dipanare tutte le criticità che si possono o si sono riscontrate.

Avevamo tra l’altro richiesto tali giornate ulteriori e la soppressione del “fino a” non per capriccio ma perché lo scenario emergenziale e normativo è in evoluzione e ci per questo ci saremmo aspettati un’apertura in tal senso.

Quindi a cosa è servita tutta questa manfrina se poi i risultati non sono cambiati? e soprattutto non si è intervenuto puntualmente sulle menti pericolose tese a interpretare ogni cosa a danno dei lavoratori?

Anche perché oramai il prossimo CDM convocato nella giornata odierna prevedrà con molta probabilità, con un decreto legge ad hoc, la proroga fino al 31 marzo 2022 dello stato di emergenza per il Covid.

Roma, 14 dicembre 2021

                                                               Il Coordinamento