Riforme e controriforme

 

Che questo fosse il governo del cambiamento è ormai risaputo, ma che si riuscisse a proporre di cambiare l’assetto organizzativo del MEF per ben due volte nel brevissimo tempo è sicuramente da Guinness dei primati.

Comunque, battute a parte, sarebbe opportuno che venisse fatta un po’ di chiarezza, soprattutto nei confronti dei lavoratori.

Sulla questione inerente la riorganizzazione delle sedi territoriale ancora nulla di concreto, l’Amministrazione e parte dell’autorità politica fino ad oggi hanno mantenuto il riserbo, assodato che la perequazione sarà garantita a tutti i lavoratori senza sottrarre risorse a nessuno siamo infatti in attesa dei decreti attuativi.

Ad oggi abbiamo da un lato la legge n. 145 del 30/12/2018 “Legge di Bilancio” che, a partire dal comma 350, ridisegna gli assetti organizzativi periferici e dall’altro delle proposte normative che invece prevedono che parte di questi uffici (le segreterie delle Commissioni Tributarie) vengano allocati fuori dal MEF. In questo momento preferiamo sospendere qualsiasi giudizio in merito, ma ci teniamo a dire con forza che sarà necessario tutelare tutti i lavoratori.

La legge di Bilancio, poco chiara, pare disponga il passaggio delle CC.TT. dal Dipartimento delle Finanze al Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, stabilendo tra l’altro la nascita di presidi unitari senza precisarne le modalità. Noi sosteniamo che ci sono diversi modi per darvi attuazione e per garantire un buon servizio; per farlo sarà necessario mantenere le specificità lavorative ed economiche degli uffici, come già previste per alcuni uffici centrali e territoriali.

Per quanto riguarda invece le diverse proposte di legge che vedrebbero le CC.TT. transitare presso altre realtà, diciamo fin da subito che non accetteremo proposte al ribasso e poco attente alle politiche del personale, che in ogni caso dovrà avere la possibilità di essere sentito e di fare la propria scelta.

Se la giurisdizione speciale tributaria funziona parte del merito va sicuramente attribuito al personale amministrativo che ha dimostrato in questi anni professionalità e competenza.

Tutta questa bagarre politica, al contrario, non fa altro che destabilizzare e disorientare i dipendenti, incerti sul proprio futuro lavorativo.

Nei prossimi giorni l’autorità politica si è resa disponibile ad ascoltare le esigenze dei dipendenti.

Siamo pronti al confronto, abbiamo l’obbligo di far sentire la voce dei lavoratori, il personale ha bisogno immediato di certezze per il futuro e non ha nessuna intenzione di partecipare a Rischiatutto!

Roma, 11 marzo 2019

                  FP CGIL                               CISL FP                                     UILPA

            Americo FIMIANI                   Walter DE CARO                  Andrea G. BORDINI