LA DEMOCRAZIA, LE REGOLE (DI CONVENIENZA) E I DELIRI DI ONNIPOTENZA

 

Il rispetto della democrazia in qualsiasi veste, grande o piccola possa essere, ed a qualsiasi latitudine, contiene quale presupposto ineludibile il rispetto delle regole di funzionamento. La più importante di esse, in tema di organi collegiali, concerne le modalità con cui vengono assunte, deliberate e comunicate le decisioni assunte, che in linea generale rispondono al criterio della maggioranza dei propri componenti, che poi racchiude in sé proprio l’essenza dell’agire democratico.

Succede, da qualche mese a questa parte, che alcuni membri della RSU degli uffici centrali del Mef assumano iniziative singole e non concordate con l’organismo, inteso nella sua collegialità ed unitarietà come da contratto e da regolamento interno, oltretutto adottato all’unanimità dei suoi componenti: la cosa non comporterebbe nulla di male, ove si trattasse di iniziative personali e, dunque, del tutto libere id incondizionate; il discorso cambia se tali azioni vengano portate avanti quali “componenti della RSU”, cioè con formula discutibile e criticabile, poiché capace di mandare un messaggio fuorviante al personale, cioè interpretabile come se la rappresentanza unitaria dell’ufficio agisse tramite iniziative individuali e slegate dei propri componenti, che invece devono confrontarsi tra di loro per raggiungere una posizione che rispecchi la volontà e le aspettative delle migliaia di lavoratrici e lavoratori che hanno loro riservato la preferenza, e per la quale esiste un unico, infallibile ed incontestabile metodo: riunirsi e votare.

Se poi tali personaggi si rendono protagonisti di annunci mirabolanti e, per certi versi, deliranti, in cui si assumono i meriti della presunta firma del Ministro sul decreto attuativo del comma 685 (cd Prelex), magari ci si rende conto che il vero scopo di tale attività “extraregolamentare” non riguarda la tutela degli interessi di molti, ma molto più semplicemente una ricerca di visibilità ed autoreferenzialità altrimenti negata dall’assenza di qualsivoglia rappresentatività sindacale, vuoi per appartenenza ad organizzazioni sprovviste di sufficiente consenso, vuoi per affiliazione “a singhiozzo” verso altre sì rappresentative, ma che tornano utili, evidentemente, solo per raccogliere voti di preferenza, salvo poi ripudiarne a piacimento le indicazioni e la politica di riferimento.

E la cosa diventa ancora più grave ed esecrabile nel momento in cui i “paladini” della Prelex, (di cui ci viene il sospetto che, magari, più di uno usufruirà dei relativi benefici economici o che forse sarebbe ben remunerato con incarichi non certo di basso profilo… lasciamo dunque a chi legge il giudizio sulla “nobiltà” degli interessi tutelati… noblesse oblige!), affibbiano patenti di inaffidabilità ed inerzia non solo agli altri componenti della RSU, “rei” sia di rispettare le regole di funzionamento dell’organismo (e magari essere, per questo, tacciati di “dittatura della maggioranza”), sia di evitare di occuparsi di un argomento che chiaramente non rientra tra le competenze della stessa, essendo questione di carattere nazionale, ma anche verso la altre OO.SS.!

Naturalmente senza fare alcuna distinzione tra le diverse posizioni delle sigle e senza tener conto che proprio uno dei paladini rappresenterebbe una sigla… certo questo solo quando fa comodo o quando è periodo elettorale. Falsamente, dai paladini viene affermato come tutte le OO.SS. siano contrarie ad elargire compensi al personale, senza specificare che però le stesse sarebbero solo “colpevoli” di chiedere maggiore trasparenza ed equità nei criteri di individuazione dei beneficiari e nelle modalità di erogazione delle risorse e nel far rispettare i vari istituti contrattuali del nostro Dicastero, riguardo eventuali incompatibilità o prerogative intoccabili del lavoratore.

Chi chiede trasparenza e chi prende i soldi e scappa!

Scopriamo, infine, che gli stessi si siano autoproclamati unici fautori anche per l’auspicata perequazione per il personale del MEF, in questi giorni in discussione nei lavori per la Legge di bilancio, nonché per la firma su decreto per il comma 165. A questo punto ci sentiamo di consigliare al Governo di rivolgersi, senza indugio, a questi campioni di efficienza e di persuasione: chissà che non possano risolvere i loro problemi con l’Unione Europea, o magari i nodi legati al reddito di cittadinanza e la riforma Fornero…

Da ultimo, diciamo loro, che la nostra sigla non è solita svendere la dignità del personale… al miglior o peggior offerente che sia!

In allegato l'email dei presunti paladini.

Roma, 6 dicembre 2018

                                                                                                          IL COORDINAMENTO